Giudiziaria

Dossier illegali, chi sono gli agrigentini spiati: c’è anche il manager raffadalese Lo Presti 

Come raccontato da Grandangolo ieri tra le persone spiate - oltre alle più alte sfere della politica nazionale, dell’imprenditoria e del mondo della finanza - ci sono anche alcuni agrigentini

Pubblicato 5 mesi fa

Una corposa attività di dossieraggio e acquisizione illecita di informazioni che poi venivano vendute e commercializzate da agenzie che si occupano di investigazioni private. Emergono nuovi particolari dalle carte della maxi inchiesta della procura di Milano e della Procura nazionale antimafia su un gigantesco mercato di dati sensibili acquisiti in modo illecito con l’ausilio di appartenenti (o ex) alle forze dell’ordine tramite accessi abusivi alle banche dati o da hacker e tecnici informatici.

Come raccontato da Grandangolo ieri tra le persone spiate – oltre alle più alte sfere della politica nazionale, dell’imprenditoria e del mondo della finanza – ci sono anche alcuni agrigentini. Il primo nominativo che emerge è quello di Adriano Barba, 40 anni, di Favara, ex presidente del Lions Agrigento e attuale presidente provinciale di Fratelli d’Italia. Una estrapolazione di dati che ha riguardato non soltanto la persona fisica ma anche la società della quale Barba è amministratore delegato (Rete gioco Italia srl con sede a Favara). Il secondo agrigentino oggetto di “attenzioni” è il manager riberese Marcello Massinelli, vicino da sempre alle posizioni di Totò Cuffaro già presidente dell’Aavt (Società aeroporto agrigentino Valle dei templi) che dal 1995 e per qualche anno fece coltivare il sogno, svanito traumaticamente, di realizzare uno scalo aeroportuale nell’agrigentino. Tra le carte dell’inchiesta è emerso anche un terzo agrigentino “spiato”. Si tratta di Beniamino Lo Presti, 60 anni, di Raffadali. Lo Presti è un importante manager che da anni opera a Milano: è l’attuale presidente di “Milano-Serravalle”, la società che gestisce l’autostrada Milano-Genova nonché le tangenziali del capoluogo lombardo. L’accesso abusivo alla banca dati, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe avvenuto nell’ottobre 2022 ad opera di un maresciallo della Guardia di Finanza, in servizio presso la Sezione Operativa della DIA di Lecce, che avrebbe agito su richiesta di Giulio Cornelli, uno del gruppo di società di investigazioni private, finito ieri ai domiciliari.

Intanto la Dda di Milano ha già depositato in queste ore il ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere tredici custodie cautelari in carcere per altrettanti indagati, tra cui Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, finiti ai domiciliari su decisione del gip, e gli arresti domiciliari per altri tre, tra cui Enrico Pazzali, titolare della Equalize, società al centro dell’inchiesta sui presunti dossieraggi illegali, e presidente della Fondazione Fiera Milano. Il gip Fabrizio Filice, infatti, su 16 posizioni aveva disposto solo quattro misure di domiciliari e due interdittive, non applicando alcuna custodia cautelare per Pazzali. Tra le 13 posizioni per le quali il pm Francesco De Tommasi, della Dda guidata da Marcello Viola e Alessandra Dolci, chiede il carcere ci sono il militare della Gdf Giuliano Schiano (per lui disposta dal gip un’interdittiva), Giulio Cornelli e Massimiliano Camponovo che farebbero parte del gruppo di società di investigazioni private e che sono ai domiciliari. E ancora l’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia e l’ex carabiniere Vincenzo De Marzio. La Procura chiede, invece, i domiciliari per Pazzali e altri due, tra cui Gabriele Pegoraro, “collaboratore esterno” del gruppo. Anche Pazzali è indagato per associazione per delinquere finalizzata agli accessi abusivi alle banche dati. Il Riesame dovrà fissare l’udienza per la discussione. Sono previsti per giovedì prossimo gli interrogatori di garanzia, davanti al gip di Milano Fabrizio Filice, delle sei persone destinatarie di una misura cautelare, di cui quattro finite agli arresti domiciliari, nell’ambito delle indagini su una presunta rete di ‘spioni’. Il 31 ottobre, salvo un cambio di programma, davanti al giudice compariranno l’ex super poliziotto Carmine Gallo in qualità di ad della Equalize e i tecnici della sua squadra, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli. Inoltre saranno interrogati anche l’ex poliziotto e un finanziere sospesi dal servizio. Tra le accuse a vario titolo associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, intercettazione abusive e rivelazione del segreto d’ufficio.

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