“Estorsioni a dipendenti di una coop di Licata”, il processo non decolla
Il tribunale ha disposto un rinvio al prossimo 11 settembre quando il processo entrerà nel vivo
Ancora non decolla il processo scaturito dall’inchiesta “Stipendi spezzati”, l’indagine sulla cooperativa sociale Suami Onlus di Licata che ipotizza estorsioni ai dipendenti sulle buste paga. Il dibattimento formalmente è stato aperto ma ieri mattina è slittata l’audizione dei primi tre testimoni chiamati dal pubblico ministero. Si tratta di alcuni carabinieri che si sono occupati delle indagini. Per questo motivo il tribunale ha disposto un rinvio al prossimo 11 settembre quando il processo entrerà nel vivo.
Un avvio a rilento dovuto anche all’individuazione di un giudice compatibile nel celebrare il procedimento considerata l’astensione dei presidenti della prima e della seconda sezione penale, Alfonso Malato e Wilma Angela Mazzara, che si erano occupati del caso in diverse occasioni. Alla fine il presidente del tribunale ha assegnato il processo al giudice Marco Salvatori. Tre le persone sul banco degli imputati: Maria Barba, ex moglie dell’imprenditore Salvatore Lupo, ucciso lo scorso ferragosto in un bar a Favara, Caterina Federico, 38 anni di Licata; Veronica Sutera Sardo, 34 anni di Agrigento.
Il rinvio a giudizio risale ormai allo scorso anno quando il gup Stefano Zammuto dispose l’approfondimento dibattimentale. Inizialmente erano coinvolte altre due persone, oltre ai tre odierni imputati. Si tratta dell’ex amministratrice Rosa Sferrazza, deceduta, e di Salvatore Lupo, ex presidente del consiglio comunale di Favara, ucciso nel giorno di Ferragosto del 2021. Per questo omicidio è attualmente a processo Giuseppe Barba, padre della principale imputata dell’inchiesta Stipendi Spezzati, Maria Barba. A quest’ultima la Dia di Agrigento, coordinata dalla procura guidata da Salvatore Vella, ha sequestrato 750 mila euro di beni tra immobili, polizze assicurative e investimenti in diamanti.
Nel collegio difensivo anche gli avvocati Domenico Russello, Raffaele Bonsignore, Salvatore Manganello, Salvatore Pennica, Alfonso Neri e Graziano Magliarisi.