Giudiziaria

Girgenti Acque, la Procura ricorre anche contro l’inutilizzabilità delle intercettazioni 

La procura di Agrigento impugna anche l'ordinanza con la quale gran parte delle intercettazioni erano state dichiarate inutilizzabili

Pubblicato 2 anni fa

La Procura di Agrigento ha impugnato la sentenza di non luogo a procedere emessa dal gup Micaela Raimondo nell’ambito del procedimento scaturito dalla maxi inchiesta su Giregnti Acque, la società riconducibile all’imprenditore Marco Campione che per anni ha gestito il servizio idrico in provincia di Agrigento. Ma c’è di più. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella ed i sostituti Paola Vetro, Elettra Consoli e Gaspare Bentivegna hanno impugnato anche l’ordinanza con la quale il giudice Raimondo ha dichiarato inutilizzabili la maggior parte delle intercettazioni poiché disposte in altro procedimento. Una circostanza – questa –  che aveva di fatto “depotenziato” gran parte dell’inchiesta. La tesi sostenuta dalla Procura di Agrigento nel ricorso, argomentata in punta di fioretto con diversi precedenti giurisprudenziali, è la “medesimezza” del procedimento. Per il pool di magistrati della Procura “Il gup di Agrigento ha errato nel ritenere applicabile al caso che ci occupa i limiti previsti dall’art. 270 codice procedura penale, valutando la diversità dei procedimenti in questione: ossia quello originariamente di competenza della Dda di Palermo e quello trasmesso per mera competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Agrigento”. 

Per questo motivo la Procura di Agrigento torna a chiedere il processo nei confronti di 14 imputati (impugnando anche il non luogo a procedere per alcune fattispecie di reato che riguardano persone già rinviate a giudizio) che erano stati prosciolti dal gup Raimondo: si tratta di Marco Campione, già presidente di Girgenti Acque (difeso dall’avvocato Lillo Fiorello); Nicola Diomede, ex Prefetto di Agrigento (difeso dall’avvocato Monica Genovese); Claudio Lusa, responsabile della società di revisione Deloitte&Touche (difeso dall’avvocato Giovanni Ponti); Eugenio D’Orsi, ex presidente della provincia di Agrigento (difeso dagli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri); Gianfranco Miccichè, ex presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana (difeso all’avvocato Grazia Volo); Francesco Scoma, ex parlamentare (difeso dall’avvocato Giuseppe Di Peri); Francesco Lupo, già dirigente della Soprintendenza di Agrigento (difeso dagli avvocati Danilo Giracello e Daniela La Novara); Calogero Patti, ritenuto il braccio destro di Campione (difeso dall’avvocato Giuseppe Scozzari); Salvatore Aiola, brigadiere dei carabinieri in pensione (difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri); Giuseppe Giuffrida, ex amministratore delegato di Girgenti Acque (difeso dagli avvocati Vincenzo Zappulla e Salvatore Virgone ); Gian Domenico Ponzo, già direttore generale di Girgenti Acque ( difeso dagli avvocati Giuseppe Oddo e Giovanni Lentini ); Calogero Sala, direttore tecnico di progettazione (difeso dagli avvocati Vincenzo Campo e Silvio Miceli ); Francesco Barrovecchio, responsabile tecnico (difeso dagli avvocati Serafino Mazzotta e Irina Mullishi ); Salvatore Vita, responsabile di area (difeso dagli avvocati Paolo Grillo e Gaspare Sassano).

Per la Procura di Agrigento non ci sono dubbi: “Non può parlarsi di diverso procedimento con riferimento ai reati di associazione a delinquere, in quanto l’attività tecnica ha imposto al Pubblico Ministero di inquadrare diversamente la fattispecie associativa, escludendo solamente l’elemento non confermato della vicinanza degli imputati alle famiglie mafiose indicate dai collaboratori di giustizia”. Anche per i reati fine in materia di appalti pubblici la Procura di Agrigento sostiene che “gli stessi risultavano già dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia ma, a seguito delle indagini, piuttosto che essere inquadrati come oggetto del programma criminoso della consorteria mafiosa, sono risultati essere il fine proprio dell’associazione a delinquere semplice ad oggi contestata [..] e che la circostanza che i collaboratori di giustizia abbiano fatto riferimento a reati senza specificare che il Copione li avrebbe commessi per il tramite di Girgenti Acque non è idonea ad escludere la medesimezza del procedimento cosi come erroneamente rilevato dal gip di Agrigento nella sentenza oggi impugnata”. 

Si legge nell’atto di Appello: “Lo svilupparsi degli esiti dell’attività tecnica legittimamente autorizzata dal Gip di Palermo non ha consentito di confermare l’originaria ipotesi accusatoria fondata sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia con riferimento alla vicinanza dell’imprenditore Campione alla consorteria mafiosa per agevolare la stessa nella realizzazione di reati scopo inerenti pubblici appalti” ma – è la tesi sostenuta dalla Procura di Agrigento – “le intercettazioni hanno delineato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere semplice finalizzata alla commissione sempre di reati scopo in materia di pubblici appalti e reati contro la Pubblica amministrazione.”

La Procura di Agrigento chiosa: “In conclusione, dunque, si osserva che per i reati di associazione a delinquere, concorso esterno in associazione a delinquere, corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, per cui oggi si è disposto il non luogo a procedere, trattasi di medesimo procedimento rispetto ai reati autorizzati originariamente”.

L’accusa ipotizza una potente azione di lobbying e la creazione di un vasto sistema di corruttele volto ad eludere i controlli degli enti preposti e che avrebbe permesso di operare in regime di monopolio con relativi guadagni e conseguenze importanti anche sull’ambiente dovuta ad una presunta omissione dell’attività di depurazione delle acque. Le contestazioni, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione, corruzione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari e in materia ambientale.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *