Giudiziaria

Inchiesta Vallone, droga tra le province di Agrigento e Caltanissetta: 10 condanne 

Quattro dei dieci imputati sono agrigentini: ecco il verdetto

Pubblicato 2 anni fa

Si conclude con la condanna di tutti gli imputati il processo (stralcio abbreviato) scaturito dall’inchiesta Vallone, l’indagine che ipotizza un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti con epicentro a Mussomeli e diramazioni anche in provincia di Agrigento. Il gup del tribunale di Caltanissetta, Santi Bologna, ha disposto 10 condanne alcune delle quali leggermente inferiori rispetto a quanto richiesto dai pm Maurizio Bonaccorso e Massimi Trifirò. Diverse contestazioni di spaccio di droga sono state classificate come fatto di lieve entità ma l’associazione a delinquere è stata riconosciuta.

Il giudice per l’udienza preliminare ha condannato: Antonio Maniscalco, 50 anni, di Caltanissetta (11 anni, 6 mesi e 20 giorni); Giuseppe Calogero Malta, 49 anni, di Sutera (5 anni, 9 mesi e 10 giorni); Federico Lo Manto, 47 anni, di Mussomeli (10 anni e 8 mesi); Antonella Alotta, 33 anni, di Mussomeli (4 anni e 1 mese); Calogero Luca Lauricella, 61 anni, di Favara (6 anni); Gino Gueli, 34 anni, di Catania (11 anni e 6 mesi in continuazione con una precedente condanna); Fabrizio Filippo Aiello, 44 anni, di Misterbianco (4 anni, 10 mesi e 20 giorni); Antonio Puma, 43 anni, di Agrigento (2 anni e 4 mesi); Francesco Di Bernardo, 47 anni, di Casteltermini (2 anni); Calogero Grimaldi, 32 anni, di Casteltermini (2 anni, 1 mese e 10 giorni). Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Barba, Salvatore Baiamonte, Massimo Scozzari, Antonello D’Acquisto, Sorce e Iacona.

L’intera inchiesta nasce dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Mussomeli tra ottobre 2019 e giugno 2020. L’attività dei carabinieri prende spunto dalle risultanze investigative del R.O.S., che nell’indagine “Gallodoro” aveva concentrato la propria attenzione sulla figura di Claudio Rino Di Leo, anche per reati in materia di stupefacenti. Le prime indagini si concentravano su tre soggetti (Angelo Favata, Gian Luca La Mattina e Giuseppe Malta), vicini al Di Leo, che si riteneva fossero operativi nel traffico di sostanze stupefacenti nella zona del Vallone, anche in conseguenza del vuoto venutosi a creare con la precedente operazione di polizia. Ben presto dalle indagini emergeva il ruolo di primo piano di altri due soggetti, Antonio Maniscalco (già segnalato dal R.O.S. nell’ambito della precedente indagine e rispetto al quale risultava provato che in più occasioni avesse acquistato stupefacente dal Claudio Rino Di Leo che lo teneva molto in considerazione) e Federico Lo Manto, uomo ritenuto di assoluta fiducia del primo.

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