Giudiziaria

La maxi inchiesta antidroga Hybris, la difesa: “Non sussiste il reato di associazione a delinquere”

L'inchiesta ipotizza l'esistenza di un'associazione a delinquere con base operativa nel quartiere Bronx di Licata

Pubblicato 2 mesi fa

Battute finali del processo scaturito dalla maxi inchiesta Hybris, l’operazione che lo scorso anno fece luce su un vasto traffico di sostanze stupefacenti con base operativa nel quartiere Bronx di Licata. Il procedimento è stato diviso in tre stralci e in questo troncone sono cinque gli imputati. Tra questi anche Michele Cavaleri, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’associazione a delinquere nonché principale personaggio dell’intera indagine.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nella scorsa udienza, ha chiesto nei suoi confronti la condanna a 20 anni di reclusione. Richieste di condanna anche per gli altri quattro imputati: 12 anni di reclusione per Lillo Serravalle, 10 anni di reclusione per Ferdinando Serravalle; 9 anni e 4 mesi di reclusione per Angelo Sorriso; 12 anni e 8 mesi per Concetta Marino. 

Questa mattina la parola è passata alla difesa per l’arringa. Gli avvocati Giovanni Castronovo e Giuseppe Vinciguerra hanno discusso la posizione di Michele Cavaleri contestando l’impianto accusatorio. Secondo i legali, infatti, mancherebbero gli elementi utili a sostenere l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere al vertice della quale ci sarebbe proprio il licatese. La difesa ha inoltre contestato il significato e l’interpretazione data dagli investigatori ad alcune intercettazioni effettuate durante l’attività di indagine. Per questo motivo, al termine della discussione, i due avvocati hanno chiesto l’assoluzione nei confronti del loro assistito.

Il giudice ha così rinviato il processo al prossimo 11 marzo quando, dopo eventuali repliche, emetterà la sentenza. L’inchiesta ipotizza un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La base operativa della banda era il quartiere Bronx di Licata, un vero e proprio fortino della droga controllato da vedette e telecamere di sorveglianza.

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