Giudiziaria

L’incendio alla ditta Omnia, estorsione e furti: attesa decisione per 11 indagati 

Tutti sono stati sentiti dal giudice tra mercoledì e giovedì nel cosiddetto “interrogatorio preventivo”

Pubblicato 6 mesi fa

È attesa nelle prossime ore la decisione del giudice Micaela Raimondo che dovrà pronunciarsi sulle richieste di applicazione di misura cautelare avanzate dalla procura di Agrigento nei confronti di 11 indagati coinvolti a vario titolo nell’inchiesta sull’incendio alla ditta Omnia di Licata ma anche su un giro di furti, ricettazioni ed estorsioni tra Ravanusa e Campobello di Licata. Le indagini hanno portato all’arresto di tre persone nelle scorse settimane. Si tratta di Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa, Cristoforo Famà, 41 anni, di Licata, e  Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa (difesi dagli avvocati Carmelo Pitrola, Calogero Meli e Antonio Ragusa). Famà e D’Antona sono attualmente sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere, ritenuti rispettivamente ideatore ed esecutore del rogo doloso. Antona, che invece si trova ai domiciliari, è accusato di estorsione.

La procura di Agrigento, con il pm Alessia Battaglia, ha chiesto l’applicazione di misure cautelari anche nei confronti di altri 11 indagati (difesi, tra gli altri, dagli avvocati Manganello, Loggia e Rinzivillo). Tutti sono stati sentiti dal giudice tra mercoledì e giovedì nel cosiddetto “interrogatorio preventivo”, il nuovo istituto previsto dalla legge Nordio che impone una “verifica” a priori la quale, nel segno della valorizzazione delle garanzie individuali, potrebbe evitare l’applicazione di provvedimenti restrittivi. L’inchiesta, durata oltre dieci mesi, ha fatto luce non soltanto sull’incendio alla Omnia ma anche su uno spaccato di criminalità e violenza tra Ravanusa, Licata e Campobello di Licata.

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