Giudiziaria

L’omicidio del cardiologo Alaimo, disposta nuova perizia psichiatrica su Adriano Vetro 

Un nuovo accertamento psichiatrico nei confronti di Adriano Vetro, il bidello cinquantenne reo confesso che ha sparato al cardiologo per il mancato rilascio di un certificato

Pubblicato 19 ore fa

Una nuova perizia psichiatrica per valutare – ancora una volta – l’eventuale incapacità di intendere e volere al momento dei fatti. Lo hanno disposto i giudici della prima sezione della Corte di assise di appello di Palermo nel processo per l’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, il professionista ucciso con un colpo di pistola all’interno del suo ambulatorio a Favara il 22 novembre 2022. La Corte, accogliendo la richiesta degli avvocati Sergio Baldacchino e Raffaele Bonsignore, ha dato dunque l’ok ad un nuovo accertamento psichiatrico nei confronti di Adriano Vetro, il bidello cinquantenne reo confesso che ha sparato al cardiologo per il mancato rilascio di un certificato relativo al rinnovo della patente. L’incarico verrà formalmente conferito ad un professionista il prossimo 11 luglio.

In primo grado Vetro è stato condannato a 22 anni di reclusione ed è stato riconosciuto in grado di intendere e volere. A questa conclusione si è arrivati dopo un lungo iter caratterizzato da ben due perizie dagli esiti diametralmente opposti. Oggi in aula è stato sentito il consulente di parte Leonardo Giordano il quale ha condiviso il risultato della prima perizia psichiatrica – quella della collega Cristina Camilleri – che indicava Vetro totalmente incapace di intendere e volere. La Corte di assise di appello di Palermo ha così disposto l’ennesimo accertamento per valutare le condizioni del Vetro.

L’omicidio del cardiologo Alaimo si consuma nel primo pomeriggio del 29 novembre 2022. Vetro, in cura dal medico, si presenta senza appuntamento nella clinica di via Bassanesi armato di una pistola calibro 7.65 risultata poi clandestina. Un solo colpo, fatale. Poi una breve fuga terminata con l’arresto da parte dei carabinieri. Alla base del delitto ci sarebbe il mancato rilascio di un documento utile al rinnovo della patente. I familiari della vittima sono rappresentati dall’avvocato Giuseppe Barba mentre l’Ordine dei medici, anch’esso parte civile, dall’avvocato Gaetano Caponnetto.

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