Giudiziaria

Blitz Hesperia, l’estorsione al commerciante empedoclino: “Ti vengo a prendere a casa”

Nella maxi inchiesta sui fiancheggiatori di Messina Denaro emerge anche una estorsione ai danni di un commerciante di Porto Empedocle

Pubblicato 3 anni fa

Tra i numerosi episodi svelati dall’inchiesta “Hesperia”, che ha portato  questa mattina all’arresto di 35 persone ritenute i fiancheggiatori del superlatitante Matteo Messina Denaro, emerge anche estorsione ai danni di un commerciante di Porto Empedocle contestata a Vito Gaiazzo (finito in carcere), ritenuto membro della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, in concorso con gli imprenditori del posto Nicolò e Bartolomeo Macaddino (finiti ai domiciliari). 

Una vicenda – ricostruita mediante numerose intercettazioni, pedinamenti e servizi di appostamento – gravida di minacce e atti intimidatori al fine di recuperare un credito di 5 mila euro che i due imprenditori avrebbero vantato nei confronti del commerciante empedoclino. Per risolvere la questione i due si sarebbero rivolti a Gaiazzo, già coinvolto in inchieste sulla rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. 

Il mazarese, presentandosi come “Zio Vito”, comincia a sollecitare l’imprenditore empedoclino rassicurandolo che, se avesse pagato immediatamente, non avrebbe avuto più alcun problema a continuare a lavorare a Mazara del Vallo: “noi altri ti vogliamo venire incontro, tu chiudi questa partita, poi quando vieni qua, ah!… e vuoi lavorare, ti metti il cuoricino in pace e ti facciamo lavorare perché noi altri siamo…”. Le sollecitazioni si fanno però sempre più pressanti soprattutto quando l’empedoclino  prende tempo e contatta direttamente l’imprenditore “scavalcando” di fatto Gaiazzo. La risposta non tarda ad arrivare: “io….io… ti dico…io ti dico una cosa.iniziando a oggi fino a sabato mi vedi arrivare o sotto la tua casa o alla pescheria….e ti picchio con due “viriate”.

Il 18 agosto 2021 la polizia giudiziaria, in un servizio di pedinamento, monitora una prima “trasferta” di Gaiazzo a Porto Empedocle per riscuotere il credito e intercetta una telefonata in cui lo stesso ribadiva i propri legami con gli “amici di Porto Empedocle” sollecitandolo così a pagare. Il 3 settembre 2021 la polizia giudiziaria registra una seconda “trasferta” e questa volta l’incontro avviene in un magazzino. La conferma che si trattasse di una vera e propria intimidazione arriva poco dopo (oltre al servizio di appostamento delle forze dell’ordine) anche da una telefonata intercettata: “Niente ci siamo seduti là, mezz’ora, dopo è arrivato verso le sei e venti e ci siamo saliti là dove …abbiamo salito le scale, gli abbiamo chiuso la porta e Vito come se lo volesse ammazzare, si è messo a tremare, a tremare… “Zio Vito.non ti preoccupare,. sto vendendo…

L’imprenditore empedoclino, capendo forse il pericolo, decide di affidarsi ad un soggetto pregiudicato di Porto Empedocle, condannato per mafia, per tentare una mediazione. Le rassicurazioni di questo soggetto, sebbene abbiano portato ad uno “sconto” sulla somma da restituire, non hanno placato le ire di Gaiazzo: “No a quanto capisco sarà che io “agghire cummattennu arrè” ….. con la macchina, con la macchina anzi di venire con una macchina veniamo con tre macchine e vengo “drocu”… vengo “drocu” e se è, mi devo mettere a cercare “li cristiani drocu” a…. a Po… al Portò… a… come si chiama a… a… sto… il paese “drocu”. 

Nonostante la mediazione del pregiudicato empedoclino, e dopo alcuni incontri pianificati e poi rinviati, la situazione peggiora e le intimidazioni vengono rivolte anche al pregiudicato: “Ti stai comportando male … e poi vediamo se tu affacci “arre” ora prendo provvedimenti e vediamo se affacci di nuovo…e io non vorrei mettere amici pure tuoi, che sono drocu..paesani tuoi, perché io sono qua alla marina a parlare con due amici miei per acchianare drocu… nel senso… nel senso… e vengo a cercare pure a te, nel senso buono per fare… perché ti sei presentato tu…… ora..” 

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