Caltanissetta

Montante, sequestrati 36 mila euro: accolta richiesta Comune

Il Comune di Caltanissetta si era costituito parte civile

Pubblicato 2 anni fa

Beni per un valore di 36 mila euro sono stati sequestrati, su disposizione della Corte d’Appello di Caltanissetta, all’ex Presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, su richiesta avanzata dal Comune di Caltanissetta.

Il provvedimento di sequestro è stato firmato dalla Presidente Andreina Occhipinti, giudici a latere, Giovambattista Tona e Alessandra Giunta, che di recente hanno condannato Montante in secondo grado alla pena a otto anni di carcere, con uno sconto di pena di sei anni rispetto al primo grado di giudizio. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.

Il Comune si era costituito parte civile. “A conclusione del giudizio di secondo grado – si legge nel provvedimento in possesso dell’Adnkronos – è stata emessa sentenza che ha riconosciuto la responsabilità penale di Montante con riguardo alle condotte per le quali il Comune di Caltanissetta si è costituito parte civile”.

“Già in primo grado è stato riconosciuto il diritto di risarcimento del danno in favore del Comune di Caltanissetta, quantificato, in base alle prove acquisite e alla valutazione equitativa del pregiudizio subito, in uno specifico ammontare che la Corte d’appello ha rideterminato nella somma di 30 mila euro”. Ai 30 mila euro vanno aggiunti i 6.274 mila euro per le spese processuali. (Adnkronos)

 “Fare il sequestro conservativo sui beni di Antonello Mongante è un punto importantissimo, perché questo provvedimento restituisce piena dignità alla città di Caltanissetta, dopo tutte le malefatte dell’ex Presidente degli industriali siciliani”. Lo ha detto all’Adnkronos Roberto Gambino, sindaco di Caltanissetta, commentando il provvedimento della Corte d’appello di Caltanissetta con il quale è stato disposto il sequestro di beni per un valore di oltre 36 mila euro a Montante, di recente condannato a 8 anni per corruzione. “La nostra città stata trascinata in basso da lui e finalmente stiamo rivedendo la luce e questo grazie alla tenacia della mina amministrazione – dice – che non si è fermata alla costituzione di parte civile nel processo ma è andata avanti pretendendo quello che la giustizia poi le ha riconosciuto”.

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