Giudiziaria

Morte in ospedale dell’onorevole Trincanato: a giudizio due medici

La vicenda riguarda la morte dell’onorevole agrigentino Gaetano Trincanato, storico esponente della Democrazia Cristiana

Pubblicato 3 anni fa

Il gup del Tribunale di Termini Imerese, Valeria Gioeli, ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di due medici – PierEnrico Marchesa, 62 anni, e Tiziana Facella, 46 anni, – per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in seguito alla morte dell’onorevole agrigentino Gaetano Trincanato, storico esponente della Democrazia Cristiana, deputato all’Ars per ben sei legislature ed ex assessore regionale. La prima udienza del processo è stata fissata il prossimo 8 giugno 2021. Accolta la richiesta del sostituto procuratore Daniele Di Maggio che aveva chiesto il rinvio a giudizio lo scorso gennaio. I due medici sono difesi dagli avvocati Roberto Fabio Tricoli, Giuseppe Virga, e Raffaella Geraci.

Il procedimento deriva dalla denuncia presentata dalla figlia di Trincanato. La lunga vicenda giudiziaria è caratterizzata da moltissimi aspetti tecnici. Trincanato muore all’ospedale di Cefalù il 17 gennaio 2016 in seguito ad un aggravarsi delle sue condizioni. L’ex onorevole aveva fatto accesso al pronto soccorso già il 3 gennaio presentando dolori addominali finendo il 17 gennaio in sala operatoria dove poi morì. Dopo la denuncia dei familiari venne disposto l’esame autoptico.

La Procura avanzò, dunque, una prima richiesta di archiviazione sulla base di una perizia in cui veniva espressamente dichiarato cheil decesso di Trincanato non è da condurre, né in termini di causalità omissiva né commissiva, alla condotta dei sanitari che l’hanno avuto in cura”. Da una seconda perizia, invece, emerse che: “se i sanitari indagati avessero meglio interpretato in data 9.1.2016 la mutazione del corteo sintomatologico […] e avessero pertanto sottoposto il Trincanato a procedimenti diagnostici [..] con elevata probabilità prossima alla certezza, avrebbe modificato il proseguo degli accadimenti clinici che portarono all’exitus del paziente”.

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