Agrigento

Processo sorelle Picone: depositate le motivazioni

Sono state depositate le motivazioni (72 pagine) con le quali il Gup del Tribunale di Agrigento Alfonso Malato, ha condannato  l’avvocatessa Francesca Picone, a 4 anni di reclusione, e la sorella Concetta Picone, consulente fiscale di un patronato, ad un anno 8 mesi di reclusione. Entrambe erano accusate di estorsione e di tentata estorsione nei […]

Pubblicato 5 anni fa

Sono
state depositate le motivazioni (72 pagine) con le quali il Gup del Tribunale
di Agrigento Alfonso Malato, ha condannato  l’avvocatessa Francesca Picone, a 4 anni di
reclusione, e la sorella Concetta Picone, consulente fiscale di un patronato,
ad un anno 8 mesi di reclusione.

Entrambe
erano accusate di estorsione e di tentata estorsione nei confronti di due
ragazzi disabili.

Durissime
le argomentazioni del Gup Malato a sostegno della condanna laddove tra l’altro
scrive: “Orbene, dall’esame degli atti emerge,
innanzitutto, la sussistenza della responsabilità penale delle imputate in ordine
al reato di tentata estorsione aggravata loro in concorso
. Ed
ancora, la descritta condotta intimidatoria posta in essere dalle sorelle
Picone si è caratterizzata, vieppiù nella prospettata minaccia di chiedere, ed
ottenere, somme ancora superiori nel caso in cui quelle inizialmente richieste
non fossero state corrisposte alle condizioni dalle stesse dettate: ossia
subito e in contanti.
A tale
proposito, infatti, come detto, Picone Francesca minacciava che se non le
fossero stati consegnati gli € 10.000,00 originariamente richiesti ne avrebbe
chiesti in parcella ben € 14.000,00, mentre Picone Concetta, a propria volta,
minacciava di richiedere, addirittura, la somma di € 20.000,00”.

I fatti
contestati sono due: marzo 2012 e aprile 2013. Nel primo caso, secondo la
Procura, l’avvocatessa Picone avrebbe minacciato una delle sue assistite,
Cinzia Barbieri, di bloccare la procedura finalizzata ad ottenere il pagamento
dell’indennità del figlio minore (oggi 20enne) se non avesse provveduto a
consegnare una cifra di 15.000 euro (5.000 euro li ha consegnati). Cifra
ritenuta dalla Procura sproporzionata rispetto alla tipologia di controversia
trattata e malgrado il pagamento dei compensi fosse stato già liquidato.

Il
secondo episodio, in cui è coinvolta anche la sorella Concetta, riguarda una
tentata estorsione nei confronti di un altro cliente dell’avvocatessa e nelle
minacce rivolte alla moglie che – qualora non avesse corrisposto la somma di 10
mila euro per l’attività professionale svolta, avrebbe provveduto ad emettere
parcella per la maggiore somma di 14 mila euro.

Le parti
civili sono state rappresentate dagli avvocati Salvatore Pennica. Giuseppe
Arnone, Gisella Spataro e Arnaldo Faro.

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