Giudiziaria

Processo Waterloo, l’accorata difesa dell’avv. Campo: “Ing. Sala vittima di errore giudiziario

La prossima udienza a metà giugno e l’ultima a luglio, che sarà seguita dalla decisione

Pubblicato 10 mesi fa

Ultime battute per la lunga udienza preliminare del processo contro Marco Campione ed altri, noto come processo “Waterloo”.

Come si ricorderà, nel giugno del 2021, il noto imprenditore agrigentino che era a capo di diverse imprese e dell’azienda che gestiva il servizio idrico e fognario della Città – la Girgenti acque-, accusato di una serie di reati che andavano dall’associazione a delinquere alla truffa e all’inquinamento ambientale, venne sottoposto ad un fermo giudiziario insieme a Pietro Arnone, Francesco Barrovecchio, Calogero Patti, Piero Angelo Cutaia, Giandomenico Ponzo e Calogero Sala. Chiesto il rinvio a giudizio, la relativa udienza, come detto, è alle ultime battute.

Lo scorso 26 ha formulato le sue conclusioni l’avv. Vincenzo Campo che difende l’ing. Sala insieme all’avv. Silvio Miceli, il quale ultimo aveva concluso in una udienza precedente.

L’avv. Campo ha sostenuto di trovarsi di fronte ad un vero e proprio errore giudiziario, perché, a suo dire risulterebbe provato che il suo assistito non solo non avrebbe certamente fatto parte della associazione per delinquere capitanata dal Campione, ma addirittura sarebbe stato appena tollerato in Girgenti acque e sarebbe stato in pessimi rapporti col Campione, che in effetti era il capo assoluto dell’azienda gestita come cosa assolutamente sua, non tollerando la benché minima critica o opposizione.

Del resto – ha sottolineato Campo – di questo si era ben reso conto il Giudice per le indagini preliminari dott. Francesco Provenzano che non solo non convalidò il fermo nei confronti del Sala, ma, contrariamente a quanto disposto dei confronti degli altri fermati, non dispose nessuna misura cautelare: rilevò come il Sala fosse stato “sempre in silenziosa contrapposizione con il Campione, il quale lo ha in qualche modo demansionato dal momento del suo arrivo in azienda, addirittura di avere anche litigato con lo stesso il quale gli chiedeva di operare delle valutazioni falsate del costo di manutenzioni o lavori di riparazione.” Concluse dunque quel GIP che “al momento” dovesse ritersi “esclusa la sua partecipazione al consorzio criminoso”.

Nonostante da quel momento nulla fosse stato aggiunto al quadro probatorio nei confronti dell’ing. Sala, il Pubblico ministero andò d’avviso contrario e ne chiese il rinvio a giudizio, come per tutti gli altri indagati.

“Nulla è stato aggiunto” al quadro indiziario dopo la pronuncia di Provenzano, ha sostenuto Campo che ha ribadito che si sia trattato appunto di un grosso, madornale errore giudiziario e ha chiesto al giudice di riparare correggendolo e addirittura cancellandolo.

Dopo avere paragonato Marco Campione a una sorta di Re Sole in sedicesimo, sovrano assoluto di Girgenti acque e di tutte le consociate, ha ribadito che non ci fu mai un solo contatto, né di persona né per telefono, né in altro modo fra lui e Sala, né in azienda, né per lavoro e neanche fuori dal lavoro. “Mi permetto di lanciare una sfida – ha detto -: è assolutamente impossibile trovare una sola conversazione telefonica fra i due, fra le migliaia che sono state intercettate, per la semplice ragione che non ce n’è mai stata una fra i due, che avevano pessimi rapporti; alla Procura sarebbe bastato chiedere all’ultimo dei fontanieri di Girgenti acque che l’avrebbe avrebbe senz’altro confermato”.

“Tanti anni fa – ha raccontato Campo – qui ad Agrigento si consumò un grosso errore giudiziario che mandò in galera un pover’uomo che affermava di avere ricevuto una telefonata d’estorsione diretta al proprietario del negozio per il quale lavorava; il telefono era stato messo sotto controllo e la Procura sosteneva che quella conversazione non c’era fra le intercettate e dunque che era lo stesso dipendente che tentava l’estorsione; l’errore fu risolto dal dott. Livatino, che all’epoca era sostituto procuratore; pressato dai difensori, Livatino, s’indusse ad ascoltare le bobine e a non limitarsi a leggere le relative trascrizioni fatte dalla polizia giudiziaria: la telefonata c’era e quel dipendente, per merito di Livatino, concluse la sua via Crucis senza giungere fin sopra il Calvario; ora qui non c’è una sola conversazione tra Campione e Sala e sono certo – ha detto l’avv. Campo – di trovarmi davanti ad un giudice che si dica tale, che non si lavi le mani del caso e che a differenza di quanto fece Pilato che mandò il Giudicabile nelle mani del Sinedrio, non mandi questo giudicabile al giudizio del Tribunale, lo assolva e corregga il madornale errore giudiziario cancellandolo del tutto”.

La prossima udienza a metà giugno e l’ultima a luglio, che sarà seguita dalla decisione

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