Canicattì

Rapina al distributore Q8 di Canicattì: in due ai domiciliari

Il gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha convalidato il provvedimento di fermo emesso negli scorsi giorni a carico di Gian Piero Lo Giudice, 35 anni, e l’arresto di Alessio Taibbi, 27 anni, considerati gli autori della rapina avvenuta al distributore di carburante Q8 di contrada Madonna dell’aiuto di Canicattì. Il giudice ha disposto […]

Pubblicato 3 anni fa

Il gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha convalidato il provvedimento di fermo emesso negli scorsi giorni a carico di Gian Piero Lo Giudice, 35 anni, e l’arresto di Alessio Taibbi, 27 anni, considerati gli autori della rapina avvenuta al distributore di carburante Q8 di contrada Madonna dell’aiuto di Canicattì. Il giudice ha disposto nei loro confronti la misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Entrambi, difesi dagli avvocati Calogero Meli e Giovanni Salvaggio, sono ritenuti responsabili in concorso dei reati duplice rapina aggravata, danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Sono stati bloccati tre giorni fa dagli agenti del commissariato di Canicattì, agli ordini del vicequestore Cesare Castelli, e dagli uomini della Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi.

L’operazione

In particolare, a seguito di segnalazione di rapina giunta presso il Commissariato di Canicattì, commessa da due giovani travisati, di cui uno armato di pistola, ai danni di un impianto di distribuzione di carburanti sito lungo la SS 122, il personale del commissariato veniva tempestivamente inviato sul posto ed effettuava un percorso alternativo alla Strada Statale 122, noto per essere stato utilizzato, quale via di fuga, dagli  autori di altre rapine ai danni del medesimo e di altri impianti di distribuzione carburante. L’intuizione degli Agenti si rivelava proficua poiché, in una strada sterrata della contrada “Vecchia Dama”, riuscivano ad intercettare un furgone di colore bianco, con cui i rapinatori si erano allontanati subito dopo la rapina.Nonostante il posizionamento dell’auto di servizio in modo da obbligare il conducente del furgone a fermarsi e le evidenti intimazioni, il veicolo dei rapinatori, con grave pericolo per l’incolumità dei poliziotti, speronava ad alta velocità la Volante, provocando anche delle lesioni traumatiche ad uno degli agenti.In detto evento, il personale operante riconosceva perfettamente il conducente del veicolo in Gian Piero Lo Giudice, riuscendo altresì ad annotare la targa che acclarava la proprietà del veicolo al predetto.La pattuglia, nonostante i gravi danni al veicolo di servizio, si metteva all’inseguimento del furgone per le vie rurali della citata contrada e raggiungeva il mezzo, trovandolo abbandonato dai malviventi, in quanto danneggiato dall’urto con un’autovettura che in quel momento si trovava ferma sulla carreggiata. Invero i rapinatori, non potendo proseguire la fuga col furgone, mediante violenza sul proprietario dell’auto, un anziano signore di Canicattì che riportava lesioni traumatiche, si appropriavano della sua autovettura. Tuttavia, dopo pochi metri, anche questa autovettura veniva abbandonata dai rapinatori sulla carreggiata, probabilmente per un grave danno meccanico causato dall’urto, e gli agenti, giunti poco dopo, si mettevano all’inseguimento di uno dei malviventi, che veniva visto fuggire per le campagne circostanti. Il malvivente veniva tempestivamente rintracciato, nascosto nei pressi di un casolare di campagna, ed identificato per Taibbi, e tratto in arresto. Immediatamente, il personale di quest’Ufficio di P.S., unitamente a quello della Squadra Mobile di Agrigento, si poneva alla ricerca del Lo Giudice il quale, nel tardo pomeriggio, dopo lunghe ricerche, veniva rintracciato in una casa abbandonata del centro storico, mentre tentava la fuga tra i tetti delle case circostanti. Le attività d’indagine permettevano l’acquisizione di rilevanti elementi di colpevolezza a carico degli odierni indagati ed il rinvenimento della pistola, risultata a salve del tipo semi automatica, priva del tappo rosso, fedele riproduzione di arma da sparo utilizzata per commettere la rapina, mentre addosso al Taibbi, abilmente occultata, veniva recuperata la somma di 195 euro in denaro contante, ritenuto una parte del provento della rapina al distributore di carburanti.

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