Giudiziaria

“Tentato omicidio di due licatesi”, in tre rischiano processo per istigazione a delinquere sui social

Avrebbero lasciato su Facebook commenti a favore del tentato omicidio

Pubblicato 2 anni fa

Commentano su Facebook la sparatoria avvenuta in una piazzola di un distributore di carburanti a Gela, nella quale rimasero ferite due persone di Licata, utilizzando espressioni volte a giustificare quanto avvenuto. È l’ipotesi avanzata dalla Procura di Gela che ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di tre soggetti – un campano, un veneto e un calabrese – contestando loro il reato di istigazione a delinquere. In due hanno scelto la via del rito abbreviato mentre il terzo seguirà l’ordinario. 

Ad identificare le tre persone sono stati i carabinieri attraverso ricerche sui social. “Io arrivo e lo sparo. Semplice. Se non mi tutela la legge mi tutelo da solo” era uno dei commenti apparsi. E ancora: “Tocchi mia sorella e vuoi ancora avere ragione? La prossima volta se ricapita spara all’altezza dei bronchi”. Infine: “Ci dovevano essere pure gli altri così non vanno a rompere i c…”.

Per questi commenti social adesso i tre rischiano il processo. La vicenda scaturisce da una rissa, con conseguente sparatoria, avvenuta nella stazione di servizio “Gb oil” di Gela nel 2021. Un gruppo di persone di Licata, dopo aver rivolto apprezzamenti ad una donna, entrò in contatto con alcuni gelesi. Ne scaturì una maxi rissa culminata con l’esplosione di colpi di arma da fuoco da parte di Paolo Quinto Di Giacomo all’indirizzo di due licatesi. Nei tafferugli rimasero feriti anche un carabiniere e un infermiere. 

In questa stessa vicenda furono condannati – per lesioni – i licatesi Michele Cavaleri (uno dei feriti) e Salvatore Incorvaia. 

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