Giudiziaria

Uccise la fidanzata 17enne, no all’abbreviato: adesso rischia l’ergastolo

Il giovane, appena ventenne, rischia cosi' l'ergastolo per l'omicidio della sua fidanzatina Roberta Siragusa

Pubblicato 3 anni fa

La seconda sezione della corte d’assise di Palermo ha respinto la richiesta dei difensori di Pietro Morreale di celebrare il processo a suo carico col rito abbreviato: il giovane, appena ventenne, rischia cosi’ l’ergastolo per l’omicidio della sua fidanzatina Roberta Siragusa, uccisa all’eta’ di 17 anni, nel gennaio dello scorso anno a Caccamo (Palermo). Morreale, unico imputato, respinge le accuse ma il suo legale, l’avvocato Gaetano Giunta, aveva chiesto sia all’udienza preliminare, celebrata a Termini Imerese (Palermo), che oggi, nell’aula bunker del carcere di Pagliarelli, di ottenere la celebrazione col rito alternativo.

Obiettivo della difesa, fruire dell’eventuale sconto di pena: dall’ergastolo a trent’anni. L’abbreviato non e’ piu’ previsto da una legge entrata in vigore nel 2019 per i reati punibili con la massima pena e l’avvocato Giunta ha cosi’ proposto la questione di legittimita’ costituzionale della riforma. Il collegio presieduto da Vincenzo Terranova ha pero’ ritenuto l’eccezione manifestamente infondata e il processo e’ proseguito. Si sono costituiti parte civile i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Sergio Burgio, Giovanni Castronovo, Giuseppe Canzone e Simona La Verde, il Comune di Caccamo e tre associazioni contro la violenza di genere. Morreale risponde di omicidio aggravato e di occultamento di cadavere, perche’ dopo avere ucciso Roberta, secondo la tesi del pm Giacomo Barbara, cerco’ di distruggere il corpo bruciandolo.

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