“Uccise vicino per una strada contesa”: il racconto del fratello della vittima in aula
In aula il racconto del fratello della vittima
“E’ sceso dall’auto con una pistola in mano, gli ha sparato in testa e poi è andato via come se nulla fosse”. A raccontare i passaggi dell’omicidio di Vincenzo Sciascia Cannizzaro, agricoltore ucciso la mattina del 27 settembre 2019 a Canicattì, è il fratello Gioacchino. Quest’ultimo è comparso ieri mattina in aula, davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento, chiamato a testimoniare dal sostituto procuratore Paola Vetro nell’ambito del processo a carico di Carmelo Rubino, 70 anni di Canicattì, che ha confessato l’omicidio ma sostenendo di aver sparato per difesa. Una tesi contraria a quanto invece sostiene il fratello della vittima che – proprio il giorno dell’omicidio – era presente ad una distanza di circa venticinque metri.
Alla base del delitto una strada contesa che garantisce l’accesso ai vigneti di entrambi. Dissapori, forse sottovalutati, che col tempo si sono intrisi di rancore. Poi l’ennesima, ultima discussione. Cannizzaro, trovando l’accesso della stradina sbarrato, ha chiamato il suo avvocato con l’intenzione di sporgere denuncia nei confronti di Rubino. Non ha avuto tempo perchè, intorno le 11.30, Rubino si è presentato a tu per tu col vicino sparandogli in testa proprio davanti il vigneto. Poi un tentativo di fuga terminato poco dopo.