Lampedusa

Lampedusa, reflui fognari a mare: al via udienza preliminare per 18 imputati

L'accusa principale è quella di aver consentito lo scarico dei reflui dagli impianti di sollevamento a mare

Pubblicato 3 anni fa

Entra nel vivo l’udienza preliminare, che si sta celebrando davanti il gup del tribunale di Agrigento Stefano Zammuto, a carico di diciotto persone coinvolte in un’inchiesta che ipotizza reati ambientali nell’isola di Lampedusa. Il sostituto procuratore Paola Vetro ha chiesto nove mesi fa il rinvio a giudizio degli ex sindaci dell’isola, dei responsabili dell’impresa Nurovi, ditta aggiudicataria ed esecutrice dell’appalto per l’ampliamento dell’impianto di depurazione, e dei direttori generali che si sono susseguiti alla guida del dipartimento regionale Acque e rifiuti.

La Procura di Agrigento ipotizza lo scarico dei reflui fognari dei cinque impianti di sollevamento, senza alcun trattamento, finiti in mare rendendo l’acqua “anche a 20 metri dalla costa di Lampedusa estremamente torbida ed emanante un forte odore di fogna”. Gli inquirenti hanno chiesto il rinvio a giudizio degli ex sindaci di Lampedusa Salvatore Martello e Giusi Nicolini. Tra gli imputati anche Sonja Nunziatina Cannizzo, 52 anni; Mattia Mondello, 31 anni ed Emanuele Mondello, 63 anni; il direttore tecnico dei lavori Luigi Fidone, 47 anni; l’ingegnere Salvatore Stagno, 51 anni, responsabile unico del procedimento; Marco Lupo, 53 anni; Maurizio Pirillo, 60 anni e Salvatore Cocina, 63 anni, che hanno ricoperto negli anni il ruolo direttore generale del dipartimento Acque e rifiuti. E poi ancora, nella lista degli imputati, Manlio Maraventano, 54 anni; Francesco Brignone, 59 anni e Calogero Fiorentino, 66 anni, responsabili del settimo servizio del Comune di Lampedusa; Felice Ajello, 65 anni, dirigente di settore del dipartimento Acque e rifiuti; Marcello Loria, 67 anni, anch’egli dirigente del dipartimento, Giovanna Taormina, 56 anni, rappresentante di una ditta che si e’ occupata di smaltimento dei rifiuti in un cantiere; Giuseppe Tornabene, 69 anni e Giuseppe Dragotta, 62 anni; questi ultimi due direttori dei lavori.

Fra i reati ipotizzati l’abuso di ufficio, l’omissione di atti di ufficio, l’inquinamento ambientale e il danneggiamento. La contestazione principale e’ quella di avere consentito, a partire dal 2015, lo scarico dei reflui provenienti dai cinque impianti di sollevamento “non sottoposti ad alcun trattamento deteriorando il mare”. I valori, secondo l’atto di accusa della procura, sarebbero stati superati in maniera “macroscopica”. L’ex sindaco Nicolini, insieme a Maraventano, Stagno, Pirillo, Ajello, Cocina e Loria, risponde di abuso di ufficio perche’ avrebbe omesso di risolvere il contratto con l’impresa Nurovi.

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