Mafia

La commissione antimafia ad Agrigento ad inizio ottobre 

Cosi' il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, ha illustrato due provvedimenti che da ottobre "renderanno l'antimafia concreta, agendo sui territori"

Pubblicato 31 minuti fa

“Per la prima volta la Regione Siciliana finanzia con proprie risorse misure per contrastare la mafia anche attraverso la prevenzione, pensando sia ai Comuni siciliani che alle imprese confiscate”. Cosi’ il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, ha illustrato due provvedimenti che da ottobre “renderanno l’antimafia concreta, agendo sui territori”. Il primo riguarda la possibilita’ per le imprese soggette a misure di prevenzione, di accedere, tramite l’Irfis, a un finanziamento fino a 100mila euro, tra tasso zero e contributi a fondo perduto. La dotazione finanziaria complessiva e’ di 4 milioni di euro e le domande potranno essere presentate da ottobre sul portale dell’Irfis. L’altra misura attiene alla sicurezza urbana, un tema spesso sollecitato durante l’ascolto dei sindaci e degli amministratori nelle audizioni che la commissione Antimafia sta facendo in giro per la Sicilia, attraverso il sistema della videosorveglianza.

“Il parlamento regionale ha approvato una spesa complessiva di 15 milioni di euro – ha detto Cracolici – per i comuni che non sono stati precedentemente interessati da misure analoghe nazionali e che chiederanno di dotarsi di sistemi di videosorveglianza urbana. A ciascun comune potra’ essere concesso un finanziamento fino a 150mila euro. Almeno 100 comuni siciliani, di fatto, saranno soggetti beneficiari di questa misura. Questa e’ l’antimafia del fare con cui abbiamo voluto caratterizzare l’azione di questa commissione, oltre alla consueta attivita’ di studio e conoscenza che non puo’ essere rivolta solo al passato”.

Quella della videosorveglianza e’ stata una misura ideata subito dopo la prima visita della commissione fatta al comune della fascia trasformata del Ragusano, Acate, dove e’ scomparso un lavoratore ivoriano, Daouda Diane, e dove, la presenza di telecamere avrebbe potuto fare chiarezza sull’accaduto. Da quanto emerso dalle audizioni della commissione, “alcune province, specialmente l’Ennese e il Nisseno, fungono da cassaforte di cosa nostra per il numero di armi, anche da guerra, rinvenute e circolanti. Questo ci deve far riflettere – ha concluso il presidente – su un possibile salto di qualita’ nell’affermazione del potere delle cosche mafiose e anche per questo la videosorveglianza puo’ funzionare come deterrente”.

La commissione regionale Antimafia concludera’ la seconda mappatura dell’Isola con le tappe a inizio ottobre di Agrigento, mentre sara’ a Palermo nella seconda meta’ di ottobre.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

banner omnia congress