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La mafia di Campofranco e i rapporti con i clan agrigentini: chiesti 10 rinvii a giudizio 

La figura principale dell’intera inchiesta è Angelo Schillaci, tornato libero nell’ottobre 2022 dopo una condanna per mafia

Pubblicato 1 mese fa

La Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di dieci persone coinvolte nell’operazione che cinque mesi fa fece luce sulla cosca di Campofranco. Lo scrive il quotidiano La Sicilia. La figura principale dell’intera inchiesta è Angelo Schillaci, tornato libero nell’ottobre 2022 dopo una condanna per mafia. 

A rischiare il processo sono in dieci: Angelo Schillaci, 62 anni di Campofranco; Gioacchino Cammarata, 54 anni di Milena; Calogero Maria Giusto Giuliano, 72 anni di Campofranco; Calogero Schillaci, 44 anni di Mussomeli; Giuseppe Paolino Schillaci, 57 anni di Milena; Vincenzo Spoto, 66 anni di Casteltermini; Gianluca Lamattina, 51 anni di Campofranco; Fabio Giovenco, 51 anni di Campofranco; Luigi Cocita, 45 anni di Caltanissetta.

Gli imputati, in gran parte presunti appartenenti alla famiglia di Campofranco, si sarebbero adoperati per la riorganizzazione del clan attraverso il reperimento di armi e la costituzione di una ‘cassa comune’ con i proventi illeciti delle estorsioni e dello spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, sono stati accertati quattro tentativi di estorsione con atti intimidatori ai danni di alcune ditte impegnate in lavori di rifacimento di opere pubbliche nei comuni di Campofranco e Milena e di un operatore commerciale di Campofranco, nonché tre estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti. Il clan aveva rapporti anche con soggetti di Milena e della provincia di Agrigento.

Tra le estorsioni messe a segno dalla famiglia mafiosa di Campofranco vi è anche quella ai danni di un imprenditore edile di Licata impegnato in alcuni lavori di ristrutturazioni con il Superbonus 110%. Secondo quanto emerso dalle indagini l’imprenditore avrebbe pagato la somma di 1.500 euro, peraltro ritenuto un anticipo di una più ampia richiesta, alla famiglia mafiosa di Campofranco.

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