Mafia

“L’arte del branco”, installazioni contro Cosa Nostra

Con questa scelta della questura di Palermo per la prima volta in assoluto la Polizia partecipa direttamente ad un intervento di arte contemporanea

Pubblicato 3 anni fa

Cinquantatre sculture di cani in materiali dell’edilizia abusiva iniziano il viaggio a Palermo. Prima tappa di un percorso culturale previsto in occasione del prossimo trentennale delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, quest’anno dedicato alla memoria di tutti i caduti nella lotta alle mafie. La polizia di Stato e la Fondazione Falcone condividono un progetto culturale che vuole realizzare, con un linguaggio innovativo, il coinvolgimento sempre piu’ attivo della societa’ civile sui temi della partecipazione e della tutela della legalita’.

La Fondazione Falcone ha avviato e prodotto Spazi Capaci + Comunita’ Capaci, un progetto speciale di design sociale per la memoria, curato da Alessandro de Lisi, in vista del XXX anniversario delle stragi mafiose di Palermo del 1992. Da sempre la Fondazione Falcone e’ impegnata nella promozione della cultura della legalita’ e della memoria della lotta alle mafie e negli anni ha coinvolto centinaia di migliaia di studenti. Oggi, la polizia di Stato con la questura di Palermo si unisce al progetto della Fondazione Falcone sostenendo e partecipando direttamente alla realizzazione di un intervento straordinario di installazione urbana.

Le opere di Velasco Vitali protagoniste del ‘Branco’ saranno collocate nella questura, da sempre luogo di memoria antimafia e simbolo in citta’ delle tante manifestazioni spontanee della cittadinanza che hanno seguito, negli anni, la cattura dei tanti boss mafiosi. Le opere, che raffigurano cani, ciascuno intitolato a una citta’ estinta, sono realizzate con i materiali dell’edilizia abusiva a rappresentare la minaccia costante degli interessi criminali all’ambiente sociale e, al contempo, cambiano significato a secondo di dove queste vivono in relazione col pubblico. Questo momento e’ l’avvio di un viaggio nella citta’, iniziato lo scorso 23 maggio in Aula Bunker, sede dello storico maxi processo a Cosa Nostra, per poi proseguire in altri luoghi simbolo di Palermo, istituzioni e luoghi naturali storici.

Con questa scelta della questura di Palermo per la prima volta in assoluto la Polizia partecipa direttamente ad un intervento di arte contemporanea, avviando cosi’ le attivita’ culturali verso il XXX anniversario delle stragi volute dalla Fondazione Falcone e in via di produzione in diverse citta’ d’Italia, tale partecipazione avverra’ attraverso un’operazione spettacolare che coinvolgera’ mezzi e decine di agenti, sara’ un omaggio alla citta’ e un’occasione unica per realizzare un documentario speciale di questa performance per la memoria.

“Questo specifico progetto culturale – afferma il questore Leopoldo Laricchia – testimonia, nel prossimo trentennale delle stragi, il legame indissolubile che intercorre tra la Citta’, la societa’ civile, il mondo della cultura, la magistratura e la polizia di Stato. La questura di Palermo diventa luogo di eccellenza di un messaggio innovativo importante che vede gli Uffici di Salita Manganelli indentificarsi non solo come contenitore simbolico dell’opera d’arte, ma come parte integrante della stessa”.

“Da sempre – sottolinea Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone – siamo convinti che le mafie si sconfiggano innanzitutto con l’affermazione della cultura e l’arte rappresenta certamente uno strumento in grado di raggiungere con l’immediatezza del suo linguaggio i cittadini. Trovo emblematica e molto suggestiva l’idea che il Branco, che simboleggia l’attacco della criminalita’ allo Stato, passi dall’aula bunker che invece incarna la vittoria dello Stato su Cosa nostra, alla questura di Palermo, altro luogo simbolo dei successi contro la criminalita’ e del pesante prezzo di sangue patito dalla Polizia nella lotta ai clan”.

“L’arte deve essere libera di agire, nessun condizionamento – secondo Alessandro de Lisi, curatore generale di Spazi Capaci + Comunita’ Capaci della Fondazione Falcone – deve limitare il linguaggio e le scelte politiche degli artisti, altrimenti e’ decorazione, pericolosa retorica, propaganda e quando sottolinea luoghi e memorie compie quel passo di impegno civile che deve trasformare le citta’, fare delle periferie nuovi centri di dignita’ e rianimare le parti storiche: le opere possono anche rafforzare il legame tra cittadinanza e istituzioni come in questo caso, unico finora, qui in questura che e’ contemporaneamente un monumento, un luogo di lavoro, un sacrario di memorie”.

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