Agrigento

Lezione di legalità in Valle d’Aosta: in cattedra il procuratore Salvatore Vella (ft e vd)

Continua in Valle d’Aosta il ciclo di incontri inseriti nel contesto della manifestazione “Settimana della legalità Bassa Valle” che si sta svolgendo in Valle d’Aosta e che ha tra i protagonisti il procuratore aggiunto della Repubblica di Agrigento Salvatore Vella. Stamani il magistrato ha tenuto una “lezione” antimafia agli studenti di cinque classi dell’Istituto tecnico […]

Pubblicato 4 anni fa

Continua in Valle d’Aosta il ciclo di incontri inseriti nel contesto della manifestazione “Settimana della legalità Bassa Valle” che si sta svolgendo in Valle d’Aosta e che ha tra i protagonisti il procuratore aggiunto della Repubblica di Agrigento Salvatore Vella.

Stamani il magistrato ha tenuto una “lezione” antimafia agli studenti di cinque classi dell’Istituto tecnico di Verres. Una giornata ricca di spunti sui temi di giustizia, legalità e vivere civile valorizzati dal magistrato siciliano particolarmente seguito dagli studenti che hanno anche interagito con domande e valutazioni.

Già ieri sera, Vella intervenendo con una appassionata relazione sul tema “La forza del gruppo: legalità e criminalità”, alla manifestazione “Settimana della legalità Bassa Valle” tenutasi nella Sala Villino del Palazzo della Regione della Valle d’Aosta, ha lanciato il suo appello forte e chiaro: “Da soli non si vince. Bisogna fare squadra, bisogna fare gruppo. All’interno di un territorio ci sono le comunità e quindi bisogna appellarsi alle comunità per vincere una partita importante qual è quella contro la criminalità organizzata di stampo mafioso”.

Questi temi sono stati anticipati dal procuratore Vella sul Tg3 regionale della Valle d’Aosta nel corso di una intervista in studio.

Aosta, l’appello antimafia del procuratore Vella, “Facciamo squadra e batteremo la mafia”

Vella ha
spiegato: “In realtà che magari
appartengono a latitudini che storicamente sembrano non coinvolte dalla
criminalità organizzato di stampo mafioso viene sottovalutato il fenomeno. Come
se fosse legato antropologicamente soltanto ad alcune regioni e non ne
riguardasse altre. Questa sottovalutazione è molto pericolosa perché consente
al nemico di organizzarsi meglio, di essere molto più incisivo sia dal punto di
vista economico che sociale”.

“La base su cui lavorano questi gruppi criminali è una base di corruttele, cioè di vendita di posizioni da parte dei pubblici ufficiali, di politici, di imprenditori al nemico. E quindi questa base che necessariamente non è collegata con la criminalità organizzata può essere l’elemento sui cui sfondare un accordo illecito, sporco, criminale con le organizzazioni di stampo mafioso che invece questo aspetto lo hanno nel loro Dna”.

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