Mafia

Mafia ed estorsioni, il nemico di Riina aveva riorganizzato il clan: 8 condanne 

Il boss Michele Micalizzi, dopo venti anni di carcere, era tornato alla guida del clan: è il genero di Saro Riccobono, storico capomafia ucciso dai corleonesi

Pubblicato 60 minuti fa

 Il Gup del tribunale di Palermo ha condannato otto imputati del processo di Mafia denominato “Metus” (paura, timore), riguardante i clan delle zone di Partanna Mondello, Sferracavallo, Acquasanta e Arenella, borgate marinare del capoluogo siciliano. La pena piu’ alta, 16 anni, e’ toccata al boss. Michele Micalizzi, di 75 anni.

Lui, genero del capomafia Rosario Riccobono (ucciso nel 1982), era tornato in liberta’ nel 2020 dopo una lunga detenzione e avrebbe ripreso in mano le redini del clan, occupandosi di organizzare le estorsioni ai danni dei ristoranti di Mondello e Sferracavallo: era cosi’ stato arrestato una prima volta nel 2022 e l’anno scorso era scattata un’altra misura cautelare, perche’ dopo i ristoranti avrebbe curato le estorsioni e la gestione di due note gelaterie di Mondello, Brioscia’ e Sharbat. Nel processo, celebrato col rito abbreviato, dunque con sconti di pena di un terzo, condannati pure Rosario Gennaro, che ha avuto 14 anni e 6 mesi; Domenico Caviglia 12 anni e 6 mesi; dieci anni a Gianluca Spanu; 5 e 10 mesi a Carmelo Cusimano; 5 e 4 mesi a Matteo Pandolfo; infine 4 anni a Francesco Nappa e 3 anni e 4 mesi a Giuseppe Guida. Sul fronte dei proscioglimenti e delle assoluzioni, Vincenzo Garofalo e il figlio di Micalizzi, Giuseppe, si sono visti riqualificare una tentata estorsione come esercizio arbitrario delle proprie ragioni e per questo e’ stato dichiarato il non doversi procedere per mancanza di querela.

L’unico assolto perche’ il fatto non sussiste e’ stato Gioacchino Randazzo. In ordinario sono andati Amedeo Romeo, Gaetana Mulieddo e Ivan Meli. L’indagine era nata dalla denuncia di un ristoratore, sostenuto da Addiopizzo. “Nel processo – commenta in una nota l’associazione antiracket – e’ risultata determinante la costituzione di parte civile della nostra associazione e quella dell’unico commerciante che ha deciso di partecipare al processo”.

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