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Mafia, inchiesta Xidy: 20 imputati all’abbreviato e 9 rinvii a giudizio

L’unico “assente”, la cui posizione è stata stralciata, è il superlatitante Matteo Messina Denaro

Pubblicato 2 anni fa

Il Gup del tribunale di Palermo Paolo Magro ha disposto il rinvio a giudizio di nove dei trenta imputati coinvolti nella maxi inchiesta “Xidy” – eseguita dai carabinieri del Ros lo scorso febbraio – che avrebbe fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì e sui rapporti tra le varie famiglie mafiose che lo compongono.

La stessa inchiesta avrebbe pure svelato i componenti della nuova Stidda che si sarebbe contrapposta alla famiglia di Cosa Nostra.

L’unico “assente”, la cui posizione è stata stralciata, è il superlatitante Matteo Messina Denaro. Stralciata anche la posizione di un imputato, Giuseppe Giuliana, nato in Francia ma residente a Delia, 56 anni, causa Covid.

Nell’operazione fu arrestata anche l’ormai ex avvocato Angela Porcello, ritenuta organica all’associazione mafiosa, che negli scorsi giorni ha manifestato la volontà di collaborare con l’autorità giudiziaria.  La donna è stata ammessa al rito abbreviato.

Nell’udienza odierna, è stato sottoposto ad esame l’imputato Simone Castello, ritenuto dagli inquirenti personaggio di spessore e di collegamento, negli anni passati, con l’ala stragista dei Corleonesi. Castello ha negato ogni addebito così come ha fatto, sempre oggi un altro imputato, Calogero Paceco con dichiarazioni spontanee.

A processo col rito ordinario, con la prima udienza fissata il 23 marzo davanti i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, vanno: Giuseppe Falsone, boss ergastolano di Campobello di Licata e capo provinciale di Cosa Nostra; Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì; Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì; Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni di Canicattì; Antonio Gallea, 64 anni di  Canicattì; Filippo Pitruzzella, 60 anni, ispettore della polizia in pensione; Stefano Saccomando, 44 anni di Palma di Montechiaro; Calogero Lo Giudice, 47 anni di Canicattì; Calogero Valenti,  57 anni, residente a Canicattì. 

Venti, invece, a processo col rito abbreviato che – in caso di condanna – prevede lo sconto della pena di un terzo. Per loro l’udienza continua il prossimo 17 marzo con la requisitoria del pubblico ministero.

Si tratta di Giancarlo Buggea, canicattinese, figura apicale dell’inchiesta ed ex compagno dell’avvocato Porcello; Angela Porcello, 51 anni di Naro; Luigi Boncori, 69 anni, di Ravanusa; Luigi Carmina, 55 anni, di Caltanissetta; Simone Castello, 71 di Villafrati; Emanuele Cigna, 21 anni, di Canicattì; Giuseppe D’Andrea, 50 anni, assistente capo di polizia, di Agrigento; Calogero Di Caro, 74 anni, boss di Canicattì; Vincenzo Di Caro, 40 anni di Canicattì; Gianfranco Gaetani, 53 anni, di Naro; Giuseppe Grassadonio, 50 anni di Agrigento; Annalisa Lentini 41 anni di Agrigento; Gaetano Lombardo, 64 anni e Gregorio Lombardo, 66 anni, entrambi di  Favara; Antonino Oliveri, 36 anni, di Canicattì; Calogero Paceco, 56 anni, di Naro; Giuseppe Pirrera, 62 anni, di Favara; Giuseppe Sicilia, 42 anni, di Favara. 

L’indagine coordinata dai magistrati della Dda di Palermo Geri Ferrara, Gianluca De Leo e Francesca Dessì, oltre ad aver fatto luce sulle dinamiche interne al mandamento mafioso di Canicattì, ha anche puntato un faro e svelto i componenti della nuova Stidda che si sarebbe contrapposta alla famiglia di Cosa Nostra. 

Ipotizzate anche una serie di estorsioni, in particolare nel settore delle mediazioni agricole. Un appuntato della polizia penitenziaria, Giuseppe Grassadonio, è, inoltre, accusato di rivelazione di segreto di ufficio aggravata perchè avrebbe rivelato all’avvocato Porcello il trasferimento in un altro carcere del detenuto Giuseppe Puleri, presunto mafioso vicino, nonchè parente, del boss ergastolano Giuseppe Falsone.

Infine due avvocati di Canicattì – Annalisa Lentini e Calogero Lo Giudice – sono indagati di falso e procurata inosservanza di pena perchè avrebbero, insieme alla collega Porcello, falsificato la data di spedizione di una raccomandata al fine di rimediare a un errore nella presentazione dell’atto di appello di una condanna, nei confronti di un cliente della Porcello, che era diventata definitiva.

Ipotizzate anche una serie di estorsioni, in particolare nel settore delle mediazioni agricole.

Gli avvocati del collegio difensivo sono – tra gli altri – Giuseppe Barba, Calogero Meli, Daniela Posante, Lillo Fiorello, Antonino Gaziano, Giuseppe Vinciguerra, Salvatore Manganello, Giovanni Castronovo, Salvatore Pennica, Nico D’Ascola.

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