Mafia

Mafia, morto Domenico Manno: l’uomo che spianò la strada al clan Rizzuto in Canada

Con l'omicidio del boss Paolo Violi, per il quale fu arrestato, la famiglia Rizzuto conquistò il potere in Canada

Pubblicato 2 anni fa

Il suo nome era legato indissolubilmente al clan Rizzuto, partito da Cattolica Eraclea alla conquista del Canada e delle rotte del narcotraffico mondiale. Domenico Manno, un cognome di peso nelle dinamiche criminali di quegli anni, è deceduto all’età di 89 anni lo scoro 22 luglio. I suoi funerali si sono celebrati giovedì a Montreal. Un legame, quello con la famiglia Rizzuto, anzitutto di sangue: cognato di Nick Rizzuto, patriarca della famiglia, zio del signore della mafia Vito Rizzuto e fratello di Libertina Manno. Ai funerali della sorella Libertina, deceduta nel 2018, fu immortalato accanto alla sua bara ricoperta d’oro. Una immagine che trasuda sfarzo e potenza che il clan voleva comunicare all’esterno.

Domenico Manno (foto JOEL LEMAY/AGENCE QMI)

Domenico Manno fu una figura di rilievo all’interno del clan. Una data in tal senso è più significativa delle altre. Il 28 gennaio 1978. Quel giorno di quarantacinque anni fa segna ufficialmente, col sangue, la presa del potere della famiglia Rizzuto in Canada ai danni dei calabresi. L’omicidio di Paolo Violi, boss della famiglia Cotroni, è lo spartiacque decisivo. Fino a quel momento era il padrone indiscusso della città e aveva costretto i Rizzuto a trovare rifugio in Venezuela. Violi viene ucciso al bar Reggio, suo quartiere generale. Proprio tra quei tavolini, qualche anno prima, si era tenuto uno dei summit di mafia più importanti con l’arrivo del boss Giuseppe Settecasi. Tra i protagonisti dell’omicidio di Paolo Violi c’è lui, Domenico Manno. Fu arrestato per questo delitto insieme ad un altro personaggio di peso: Agostino Cuntrera, ucciso poi nel 2010 in un agguato a Saint Leonard insieme alla sua guardia del corpo Liborio Sciascia.

La stessa sorte di Paolo Violi, tre anni più tardi, toccò all’altro antagonista dell’ex campiere di Cattolica Eraclea, Leonardo Caruana. Deportato in Italia perché bollato come “indesiderato” dalle autorità che lo sospettavano di traffico internazionale di stupefacenti, Leonardo Caruana fu ucciso il 2 settembre 1981 a Palermo dopo aver presenziato alla cerimonia nuziale del figlio Gerlando. Anche l’anziano boss Settecasi finì vittima lo stesso anno di un plateale omicidio nel pieno centro di Agrigento. Era l’epilogo di una lunga guerra che aveva consacrato la nuova leadership di Nick Rizzuto nell’organizzazione mafiosa canadese legata alle più potenti famiglie siculo-calabresi. 

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