Mafia

Mafia, no definitivo al risarcimento del danno a Pasquale Fanara per ingiusta detenzione 

Il favarese, assolto nel processo Montagna, aveva chiesto la riparazione per ingiusta detenzione dopo aver trascorso un anno e mezzo in carcere

Pubblicato 2 settimane fa

Diventa definitivo il no alla richiesta del risarcimento del danno per ingiusta detenzione nei confronti di Pasquale Fanara, 64 anni, di Favara. Lo ha stabilito la Cassazione che ha rigettato l’istanza avanzata dalla difesa. Lo scrive il quotidiano La Sicilia. Confermata, dunque, la decisione della Corte di Appello di Palermo. 

L’uomo, arrestato nella maxi operazione Montagna con l’accusa di essere il nuovo capo della famiglia mafiosa favarese, era stato assolto definitivamente nel 2021 dopo un anno e mezzo trascorso in carcere. Per questo motivo il favarese aveva avanzato richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione. L’istanza però è stata rigettata poiché – scrivono i giudici – ci sono stati “comportamenti colposi ritenendo sussistente un grave quadro indiziario in ordine al coinvolgimento apicale di Fanara nella consorteria mafiosa”.

A Fanara, appena tre mesi fa, la Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento ha sequestrato parte di un immobile ritenendo, dagli accertamenti patrimoniali eseguiti, che lo stesso “per un lungo periodo, privo di fonti di reddito, aveva avuto la disponibilità di risorse finanziarie dirette e/o del proprio nucleo familiare del tutto insufficienti, anche solo per sostenere l’ordinario fabbisogno, incompatibile con le somme versate per l’acquisto dell’abitazione dove ancora oggi vive”.

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