Mafia, ordine di carcerazione per Orazio Buda
Noto esponente del clan Cappello/Carateddi, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso dalla Corte d'Appello etnea a 10 anni di reclusione
I finanzieri del Comando provinciale di Catania hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di Orazio Buda, noto esponente del clan Cappello/Carateddi, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso dalla Corte d’Appello etnea a 10 anni di reclusione (con fine pena fissata al 15 marzo 2031), all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla successiva misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di tre anni. La pronuncia della Corte arriva dopo l’indagine ‘Sipario’, condotta dal nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catania e che aveva fatto luce sull’operatività del clan e sulle sue infiltrazioni nel tessuto economico della città.
L’attenzione dei finanzieri si era incentrata, tra gli altri, proprio su Buda, “particolarmente legato – spiegano gli investigatori – al gruppo di Orazio Privitera, esponente di vertice del clan Cappello/Carateddi”, per conto del quale avrebbe, tra l’altro, sistematicamente provveduto a reimpiegare il denaro ricavato dalle condotte illecite in attività commerciali affermate sul territorio e intestate a prestanome, con l’obiettivo di schermare la reale riconducibilità sia a lui che al clan. Le Fiamme gialle avrebbero poi ricostruito numerosi atti estorsivi a danno di privati cittadini, imprenditori catanesi attivi nei settori dei trasporti e di un noto pittore siciliano, dal quale Buda avrebbe preteso e ottenuto l’elargizione di opere da destinare, in parte, a pubblici funzionari per “tessere rapporti relazionali utili a perseguire le finalità illecite” del gruppo criminale, in parte, ad arredare alcuni esercizi commerciali.
Al termine delle indagini, nel 2021, i finanzieri del nucleo Pef etneo hanno eseguito un’ordinanza del gip di Catania nei confronti di 22 persone, indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, corruzione, falso in atto pubblico, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione elettorale, intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso. Nello stesso provvedimento, inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo dell’intero patrimonio di tre società con sede a Catania, attive nella gestione di noti bar e ristoranti del centro, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. Buda, che già si trovava ai domiciliari a Librino, è stato condotto nel carcere di alta sicurezza Catania-Bicocca.