Catania

Sparatoria tra clan catanesi, tra motivi anche litigio per giovane commessa ‘contesa’

Utilizzate secondo i carabinieri armi corte tra semiautomatiche calibro 9 e revolver calibro 38, oltre a kalashnikov.

Pubblicato 3 anni fa

Sono cinque gli affiliati al clan dei cursoti milanesi arrestati, Roberto Campisi, Giovanni Nicolosi, Michael Sanfilippo, Davide Agatino Scuderi e Rosario Vignianesi, in seguito all’operazione ‘Centauri’ dei carabinieri di Catania coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Alessandro Sorrentino, dopo la sparatoria tra clan avvenuta in strada nel quartiere di Librino l’8 agosto del 2020.

Il capo dei ‘Cursoti milanesi’ Carmelo Di Stefano e Martino Sanfilippo, quest’ultimo poi diventato collaboratore di giustizia, vennero arrestati cinque giorni dopo la sparatoria. Nove sono invece gli arrestati appartenenti al clan rivale dei ‘Cappello’.

Si tratta di Massimiliano Cappello, Sebastiano Cavallaro, Renzo Cristaudo, Gaetano Ferrara, Luciano e Santo Guzzardi, Salvuccio Lombardo Junior, Gaetano Nobile e Rinaldo Puglisi. Gli investigatori dei carabinieri grazie alle dichiarazioni di Martino Sanfilippo hanno ricostruito le frizioni che avevano caratterizzato gli excursus criminali dei due clan contrapposti nella vendita della droga.

Ci sono stati una serie di fatti, almeno tre, alla base della spedizione punitiva che gli affiliati del clan Cappello volevano compiere nella roccaforte di Librino comandata dagli uomini legati ai cursoti milanesi guidata da Carmelo Di Stefano (detto ‘pasta ca’ sassa’).

In primis un litigio per una giovane commessa contesa a colpi di casco avvenuto un giorno prima in via Diaz a Catania tra Carmelo Di Stefano e Gaetano Nobile con quest’ultimo costretto a rifugiarsi dentro un bar.

Poi il pestaggio ai danni di un ‘cursoto milanese’, tale Giorgio Campisi da parte dei Cappello. E infine una serie di colpi sparati contro un centro scommesse del Passerello nota zona criminale di Catania. Questi fatti hanno sono sfociati nella sparatoria in strada dell’8 agosto a Librino. Utilizzate secondo i carabinieri armi corte tra semiautomatiche calibro 9 e revolver calibro 38, oltre a kalashnikov.

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