“Ucciso perché onesto”, dopo 26 anni ancora nessun colpevole per l’omicidio del vigile Fazio
L’unica certezza è che il vigile urbano Giovanni Fazio fu freddato con due colpi di pistola di grosso calibro al torace in via Bernini, a Palma di Montechiaro
Gente onesta, lavoratori perbene, persone con la schiena dritta che non si sono mai piegate a logiche del malaffare o alla prepotenza della mafia. Ci sono numerosi omicidi nella provincia di Agrigento che ancora oggi, a distanza di molto tempo, rimangono irrisolti. Nessun colpevole, nessuno sviluppo. Tra i delitti che gridano giustizia c’è quello di Giovanni Fazio, vigile urbano di Sciacca, ucciso con due colpi di pistola a Palma di Montechiaro. Sono trascorsi esattamente 26 anni. Era la sera del 21 settembre 1997. A distanza di quasi trent’anni non si conoscono gli autori né il movente.
L’unica certezza è che Giovanni Fazio fu freddato con due colpi di pistola di grosso calibro al torace in via Bernini, a Palma di Montechiaro, dove aveva preso una casa in affitto. Il più delle volte viaggiava per tornare a Sciacca dalla moglie e dal figlio che all’epoca aveva appena due anni. Fazio, ricordato da molti come un lavoratore instancabile, non ha avuto neanche il tempo di scendere dall’auto. Chi lo uccise si impossessò anche della sua pistola di ordinanza.
Per molti anni si è brancolato nel buio più totale. L’unica traccia di quel delitto, seppur minima, l’ha lasciata con le sue dichiarazioni nel 2010 il collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati, già capo di Cosa nostra in provincia di Agrigento. Il boss di Racalmuto, ripercorrendo la lunga scia di sangue di quegli anni nell’agrigentino, indicò un possibile movente: “Ucciso perché si trattava di una persona onesta”. Oltre queste poche parole, il vuoto.