AMMINISTRATIVE 2020

Agrigento2020, Angela Galvano: “Ci proponiamo alla città con umiltà e coraggio”

Lei viene fuori da un sondaggio che la colloca al primo posto  nel subconscio elettorale degli agrigentini. Ora le cose sono due, o le elezioni confermano i risultati del sondaggio o altrimenti i sondaggisti sono stati presi per i fondelli dai sondati e quindi col rischio che  gli stessi  sondaggi diventino  una sorta di attentato […]

Pubblicato 4 anni fa

Lei viene fuori da un sondaggio che la colloca al primo posto  nel subconscio elettorale degli agrigentini. Ora le cose sono due, o le elezioni confermano i risultati del sondaggio o altrimenti i sondaggisti sono stati presi per i fondelli dai sondati e quindi col rischio che  gli stessi  sondaggi diventino  una sorta di attentato alla credibilità del giornalismo. Che conclusioni ne ha tratto? 

“Il progetto della mia candidatura non nasce dall’oggi al domani. Risale allo scorso Natale e la voce è circolata insistentemente la scorsa estate e da questo momento  si è pensato a una coalizione che doveva essere molto più ampia di quella attuale. Ci tenevamo a fare un cartello più ampio e abbiamo lavorato in tal senso con un dialogo serratissimo tra le forze di sinistra  compresi i 5Stelle. Non sapevo nulla di questo sondaggio e la notizia mi è stata riferita da miei amici e simpatizzanti”.

Certo la conferma del sondaggi sarebbe oggettivamente una rivoluzione insperata per la conservatrice Agrigento…

“Tra l’altro la mia candidatura era ancora nell’aria e il dialogo al nostro interno, come le dicevo, era serratissimo”.

Però, guardando alla tradizione del Pci che un tempo sapeva far nascere gli indipendenti di sinistra, come mai non avete pensato a formare una lista di vecchie glorie della sinistra agrigentina  che sebbene anzianotte avrebbero acconsentito a passare la vecchiaia nel dare una mano a questa città?  Le faccio subito nomi concreti: Giovanni Taglialavoro, Gaetano Siracusa, perfino avrebbe aderito lo stesso Michele Guardi cittadino onorario di Agrigento le cui trasmissioni televisive hanno attraversato  intoccate  tutte le crisi amministrative della Rai, e poi Luigi Ruoppolo altro esponente dei cattolici del dissenso negli anni 70 e con recenti esperienze amministrative. Vi siete lasciati sfuggire anche un validissimo consigliere come Marco Vullo, vi siete lasciati rubare da Firetto persino Giandomenico Vivacqua che rischia di tramutarsi in “sinistrorso” nelle mani dell’attuale sindaco. Una esperienza orrorifica che, come ricorderà, Beniamino Biondi non ha più voluto ripetere. Insomma si ritiene da molti che la sinistra agrigentina si sia fatta prendere dalla “sindrome di Mazzarò”, quel personaggio verghiano che prima di morire gridava roba mia vientene con me”.  Ci voleva uno scossone di prestigio che non c’è stato.

“Noi abbiamo cercato di riunire per quanto ci è stato possibile tutta la sinistra e infine ci si è posizionati in maniera differente dal progetto di centrosinistra. Purtroppo abbiamo assistito a persone che si sono rivolte a progetti più semplici e probabilmente per le loro opportunità”.

Andando al vostro progetto, come riempirete i vuoti amministrativi che si sono verificati in questi anni e quali sono gli elementi costitutivi del vostro programma?

“Da mesi abbiamo lavorato al nostro progetto, abbiamo dialogato e persino abbiamo tenuto contatti telefonici con tutte le formazioni della sinistra da Articolo 1 a Rifondazione comunista e ai socialisti che ne fanno parte. Ci siamo ritrovati uniti e convinti del nostro progetto,  Per l’esperienza di consigliera comunale posso dire che abbiamo fatto una opposizione costruttiva sempre nell’interesse della città. Oggi con questa candidatura vogliamo dare alla città una alternativa concreta, di scegliere una alternativa di metodo e di merito, per la politica della partecipazione e la condivisione dei progetti”.

E’ chiaro che potrete avere uno stretto collegamento con l’attuale governo nazionale.

“Il collegamento con Roma ci sarà, tra l’altro io sono nella dirigenza nazionale dell’Articolo1, il nostro progetto a livello regionale ha trovato l’appoggio e la condivisione di Claudio Fava. La nostra città deve rivestire un ruolo di centralità per quanto riguarda il lavoro”.

Il punto più consistente del programma? 

“Senza dubbio per Agrigento occorre fare molto , bisogna offrire una forte alternativa  nel merito, nelle politiche sociali riguardanti soprattutto le periferie, il centro storico, i problemi irrisolti dell’agricoltura che incidono negativamente sulla economia. Una città che ha bisogno di una amministrazione comunale che svolga un ruolo strategico per lo sviluppo. Noi rilanciamo la sfida agli agrigentini, ci proponiamo alla città con umiltà e con coraggio., ci metteremo amore e competenza”.

Nel caso andreste all’opposizione quali errori non vorreste più ripetere?  

“Fermo restando che noi siamo candidati per amministrare Agrigento in alternativa ai governi che l’hanno portata a questo stato, se i cittadini dovessero scegliere per il governo della città altri candidati sindaco, noi continueremo la nostra battaglia democratica dai banchi dell’opposizione nell’interesse dei nostri concittadini, ponendo in essere un’opposizione costruttiva e propositiva”.

Per l’imminente referendum , un lancio elettorale?

“Il lancio che io faccio è sicuramente di votare no, per la garanzia della democrazia e della rappresentanza in parlamento”.

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