Agrigento

Agrigento2020, Daniela Catalano: “Trovo necessario creare un brand agrigentino”

Vorrei iniziare da un episodio di cronaca di qualche anno fa. Salvini nel suo tour siciliano, visita Agrigento e a differenza delle altre città della Sicilia non viene insultato ma accolto senza alcuna contestazione. Nella cronaca di allora  mi chiedevo se gli agrigentini  lo avessero fatto per buona educazione o per disperazione. Lei come leggerebbe  […]

Pubblicato 4 anni fa

Vorrei iniziare da un episodio di cronaca di qualche anno fa. Salvini nel suo tour siciliano, visita Agrigento e a differenza delle altre città della Sicilia non viene insultato ma accolto senza alcuna contestazione. Nella cronaca di allora  mi chiedevo se gli agrigentini  lo avessero fatto per buona educazione o per disperazione. Lei come leggerebbe  questo episodio?

“Gli agrigentini sono un popolo educato che mostra sempre accoglienza. Lo leggo anche come un atteggiamento di apertura rispetto a una forza che rappresentava una alternativa alle amministrazioni succedutesi. Capisco che è un momento di ricambio e che adesso l’agrigentino deve capire cosa fare del suo futuro”.

Da presidente del consiglio comunale si presenta oggi come competitor o anche avversario di un sindaco e di una amministrazione di cui lei ha monitorato in questi anni gli atti amministrativi e i comportamenti.  Cosa non ha condiviso e come oggi vorrebbe ovviare a questi vuoti di gestione politica?

“La presidenza di un Consiglio comunale è un luogo di indirizzo e non gestionale, è un ruolo che consente solo parzialmente di dare ciò che si può dare ad una amministrazione. Solo con determinati ruoli si può davvero incidere per una città e il ruolo principe è quello del sindaco che consente più responsabilità e  di dare un contributo personale differente. Io non mi sento avversaria di nessuno, mi sento uno strumento per la città alternativo agli altri che sono già in campo e che oltre ad essere un segno di democrazia è anche una possibilità per i cittadini. Non devono scegliere per rassegnazione né per esclusione ma scegliere ciò che ritengono possa essere effettivamente una possibilità che oggi c’è. Chiaramente ci sono stati rispetto al passato anche recente  dei risultati che poi non abbiamo visto, oggi ritengo che la città possa avere capacità di dialogo e volontà di amministrare che è differente rispetto a quelle situazioni già vissute e nel rispetto di tutti i candidati che hanno avuto contatti ed esperienze con la macchina comunale e quindi sono tutte candidature di livello.  Gli agrigentini mi conoscono e sono qui a disposizione della città”.

Ma scendendo nei dettagli ci sarà qualcosa che lei vorrebbe attuare e potenziare.

“L’idea che mi piace molto è quella di un brand, di un marchio Agrigento. Se noi ci applicassimo alla pubblicità di  quello che include Agrigento,  questa concentrazione nel prevedere il meglio secondo me non è stata fatta bene,  penso al dialogo città-Parco col quale il dialogo deve essere ancora più intenso perché gravita sul territorio agrigentino. Discutere il mancato introito dello sbigliettamento  per cui nulla oggi arriva alle casse comunali, discutere tutti i termini dei passaggi normativi regionali sia in termini di soluzioni per recuperare quanto ci è stato tolto con le risorse economiche dirette e indirette. E poi l’Università in centro legata alla vivibilità del centro storico con i suoi percorsi della fede, dell’artigianato tradizionale e sentire in via Atenea i passi e le voci degli universitari . E poi la città unica, io sono vissuta a Monserrato e so quanto era difficile raggiungere Agrigento e bisognava disturbare i genitori per essere accompagnati , per questo il concetto di periferia va abbandonato completamente perché sa di marginalità funzionale, di servizio, di marginalità economica.. Pensare ad una città unica con delle zone, certo, ma anche c’è bisogno di rilanciare l’aggregazione con gli impianti sportivi e salvare dall’isolamento i giovani. Oltre alla viabilità e ai trasporti  per rendere quel concetto di città unica, reale e non favola come spesso succede.. Sono piccoli flash evidentemente perché ci sarebbe tanto di cui parlare”.

Cinque anni fa la Lega inviò ad Agrigento un “missionario” che si candidò a sindaco e senza colpo ferire ricevette poco più di 2000 voti. Oggi insieme a Fratelli d’Italia che previsioni può fare?

“Non amo fare previsioni, corro e basta. Mi sono candidata per diventare sindaco di questa città quindi la previsione è di intercettare il più possibile lo sguardo e le parole degli agrigentini perché sappiano che c’è una candidata che ha determinati requisiti e che pensa ad una città fruibile nel rispetto di tutti gli altri.  La mia candidatura è un soggetto terzo rispetto ai partiti, gravitata in un contesto di centro destra che è il mio contesto naturale. Due partiti che in ambito nazionale hanno un consenso elevatissimo e nella mia lista ci sono giovani che hanno una idea di città ben precisa  da realizzare”.

Per un siciliano e per un agrigentino cosa ritiene sia ancora ostico da accettare per quanto riguarda la Lega ? Cosa ancora convince poco?

“In primis ritengo, (ed è un ragionamento che ha caratterizzato anche le posizioni dei partiti,) che il voto a sindaco debba essere prioritariamente frutto dell’apprezzamento alla persona. Tornando ai simboli di partito da anni non esiste più la Lega Nord, (nel simbolo addirittura troviamo Lega Sicilia). Vorrei aggiungere, ritornando a come cambiano le prospettive e l’approccio dei cittadini nei confronti delle forze politiche, che  noto  un avvicinamento alla Lega e a Fratelli d’Italia sul tema dell’accoglienza. E l’avvicinamento al termine Lega si sta verificando per quanto accade sulle coste siciliane e lo dice una persona che ha dell’accoglienza un concetto massimo. Noi siamo soggetti accoglienti, è il nostro vanto. Il problema che abbiamo in questo momento è che non siamo preparati con le strutture che dovrebbero accogliere e che non consentono un grado di qualità minima della vita. Di contro dobbiamo garantire la sicurezza dei cittadini  a causa dei tumulti che si creano, delle insofferenze che esplodono.  Noi abbiamo l’unica priorità dell’essere umano che è anche cittadino italiano”.          

Un altro tema che cade a proposito in questa tornata elettorale è  la questione clima. Cappato ha già iniziato una campagna nazionale di sensibilizzazione per questi incessanti aumenti di temperatura che fanno male alla salute delle persone e dell’economia, pensiamo all’agricoltura e allo spettro della desertificazione. Come sindaco cosa proporrebbe?

“Intanto proporrei di non relegare il tutto alle solite giornate di una volta l’anno  di festeggiamenti e convegni. Bisogna affiancare percorsi formativi all’interno delle scuole con patrocinio anche del comune e di altri enti promozionali per sensibilizzare ed educare al rispetto.  Se noi facciamo anche questi discorsi con gli ordini professionali va bene, perché il problema investe gli ambiti  più diversi  che vannoda quello idrogeologico  a quello urbanistico. Il problema è ancora sottovalutato e abbiamo avuto bisogno della ragazzina Greta per ricordarlo al mondo”. 

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