Apertura

I voti del clan “a sua insaputa” al deputato: “Vedi che io gli telefono..”; Pullara: “Ancora tritacarne per me”

Secondo gli inquirenti il deputato "non avrebbe avuto consapevolezza della caratura criminale degli elementi affiliati"

Pubblicato 3 anni fa

Dalle carte dell’inchiesta Oro Bianco, che ha portato all’arresto di dodici persone tra Palma di Montechiaro, Canicattì e Favara, emerge come il “paracco” guidato da Rosario “Cucciuvì” Pace avesse tra gli obiettivi quello di infiltrarsi all’interno degli organi politico-amministrativi non solo a Palma di Montechiaro ma anche ad un più alto livello. Tale manovra, secondo le indagini, si sarebbe sviluppata in due direzioni: da un lato assicurando all’interno del consiglio comunale della Città del Gattopardo la figura di Salvatore Montalto, poi eletto consigliere tra le fila dell’Udc; dall’altro portando voti al deputato regionale Carmelo Pullara che non è indagato.

Scrivono i magistrati:E’ bene precisare che dalle numerose intercettazioni effettuate non è emerso che l’onorevole Pullara abbia avuto consapevolezza della caratura criminale degli elementi affiliati al “paracco” che si erano spesi per il suo successo elettorale.”

Le dichiarazioni dell’onorevole Pullara

Come ben evidenziato,alla stregua delle passate vicende, nessuna condotta illecita da me e’ mai stata posta in essere men che meno con la consapevolezza di particolari appartenenze di soggetti normalmente inserite nel circuito economico e sociale della provincia di Agrigento.”“Pur non risultando indagato ovvero coinvolto, certo -sottolinea Pullara- fanno dispiacere i titoli dei quotidiani ed il tritacarne mediatico ma in questa nostra terra purtroppo quando fai politica e decidi di farla con la presenza assidua sul territorio per venire incontro lecitamente alle esigenze ed ai bisogni delle persone capita inconsapevolmente, come evidenziato, di venire a contatto con talune persone e purtroppo taluni ambienti. Forse -continua Pullara- pago lo scotto di una ingenuità e carenza di conoscenze, direi per fortuna, derivanti da una cultura ed educazione familiare improntata ai sani principi a partire da quello del lavoro che non consente la conoscenza di un sottobosco di tale fattispecie.” “Non di secondaria importanza, conclude il deputato- ragionando per assurdo, rispondendo preventivamente ad azioni di sciacallaggio e di delegittimazione, appare necessario evidenziare come al netto dei voti di Palma di Montechiaro sarei comunque risultato democraticamente il primo degli eletti.

Dalle intercettazioni emergeva con chiarezza il motivo del sostegno elettorale durante la tornata elettorale regionale. In quel frangente – scrivono i giudici – i vertici del paracco individuavano in Carmelo Pullara il candidato sul quale fare convergere i voti controllati dall’organizzazione. L’aspettativa del clan era quella di ricevere dal Pullara favori di ogni genere, soprattutto in ragione della sua veste di dirigente dell’Asp di Agrigento. Non è chiara – proseguono i giudici – la consapevolezza del Pullara che pure si attirava in favore degli esponenti del “paracco” con favori di varia natura. E’ indubbiamente rilevante – concludono – il fatto che il clan avesse la capacità di influenzare l’esito dell’importante competizione elettorale ed avesse deciso di favorire l’elezione del Pullara. 

Il 5 novembre 2017, subito dopo le elezioni regionali, uno degli indagati (Domenico Manganello) commentava così: “Vedi che io ci telefono.. si mette subito a disposizione! immediatamente per qualsiasi problema! Vedi che quando telefoniamo a lui… gli telefoniamo solo per bisogno ..”

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *