Migranti, Carmina: “vengano Meloni e Mattarella a vedere la situazione a Porto Empedocle”
L'ex sindaco e e deputata del M5S invita il premier Meloni e il presidente Mattarella a verificare di persona la situazione migranti a Porto Empedocle
“Il comune di Porto Empedocle vive lo sbarco di 700 migranti ogni sera che vengono destinati a una struttura accanto al porto. Dormono per terra, senza distinzione tra adulti e minori. Non ci sono docce, il suolo è rovente, hanno poche zone di riparo: è il naufragio dell’umanità. A Ferragosto sono stati tre giorni sotto il sole rovente, e non c’è nessuno a raccontare questa situazione: questi sono invisibili. Ma oltre ai migranti che si riescono a salvare, noi dobbiamo sostenere l’impatto di avere le bare di bambini sul nostro molo. E tutti voltano il capo. Chi parla di migrazione dai salotti televisivi non sa di cosa parla. Vengano qui a vedere, io qui non ho visto nessuno: avevo chiesto che venisse la Meloni, ora chiedo che venga anche il presidente Mattarella”. Lo dice all’AdnKronos Ida Carmina, sindaca di Porto Empedocle dal 2016 al 2021, deputata del M5S. “La situazione è esplosiva – continua – e l’impatto di tutta questa situazione ricade anche sul territorio. Quest’anno i nostri lidi erano vuoti. Una zona bellissima tra la Scala dei Turchi e la Valle dei Templi e c’erano i lettini vuoti a ferragosto, perché la gente non viene”, racconta l’ex prima cittadina sottolineando che con gli sbarchi continui a Porto Empedocle “si crea un imbuto perché qui non c’è un aeroporto, non ci sono treni, non ci sono autobus, non abbiamo autostrade, le strade statali sono tutte con i lavori in corso bloccati. Senza contare l’ospedale sotto organico. Qui va fatto un decreto, non sul ponte sullo stretto, perché qui c’è l’emergenza. Siamo un’isola usata come isola di quarantena”. “Sulla questione dei migranti minori non accompagnati, la mia impressione è che ci sia un forte incremento e con numeri così importanti i comuni non ce la possono fare. Non si adottano opportune cautele per i minori, che rimangono insieme a tutti gli altri, non vengono alloggiati in modo più adeguato, stanno lì buttati a terra insieme a tutti gli altri. Qualcuno lo hanno mandato in una struttura di Agrigento”, ma non è la regola. “I comuni – conclude – non sono in grado di gestire questa situazione da soli, deve esserci un piano straordinario d’intervento del ministero”.