Politica

Reddito di cittadinanza, sindacati chiedono confronto a Regione Siciliana 

A dirlo i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Sicilia

Pubblicato 2 anni fa

“Si apre una nuova fase del reddito di cittadinanza che impone massima responsabilita’ e massima attenzione verso le politiche attive del lavoro. Oggi piu’ che mai e’ indispensabile che il governo regionale si confronti con le parti sociali per affrontare questo momento complesso”. A dirlo i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Sicilia, Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Luisella Lionti che rimarcano come “si debbano subito attivare tutti i meccanismi per sostenere l’occupazione nell’isola, oltre che rafforzare tutti i presidi socio assistenziali nella regione”. “Vanno chiaramente tutelate tutte le categorie fragili e in condizioni di disagio – aggiungono Mannino, Cappuccio e Lionti – e parallelamente vanno rilanciate le misure che gia’ esistono a favore del lavoro, come le politiche attive che vanno sviluppate sino in fondo e come il programma Gol. In particolare occorre fare in modo che rispetto a quest’azione prevista dal Pnrr, la Regione coinvolga e renda partecipi dei processi i sindacati e le imprese, perche’ solo cosi’ si realizza un incrocio fra domanda e offerta, da cui derivano vere opportunita’ occupazionali”.

Il taglio al Rdc deciso dal governo “sta provocando, come era prevedibile, allarme e tensione nelle persone che dalle prossime settimane perderanno ogni sostegno al reddito”, spiega la Funzione pubblica Cgil Sicilia, che pone l’accento sulle criticita’ legate alla delicata fase della scadenza dei 7 mesi prevista dalla normativa per il termine del Reddito di Cittadinanza per tutti i nuclei percettori in cui non sia presente un minore, un over 60, un componente con disabilita’ o non sia gia’ in carico ai servizi sociali. “Il messaggio inviato da Inps nei giorni scorsi – afferma il segretario Generale, Gaetano Agliozzo – e’ privo di chiare indicazioni di sorta, generando confusione e inducendo le persone a rivolgersi a tutti i servizi pubblici locali riconosciuti come interlocutori di prestazioni sociali (sportelli Inps, servizi sociali, centri per l’impiego) per avere informazioni e chiarimenti. Oltre ad essere una operazione di scaricabarile, messa in campo nei confronti di persone povere e fragili, dimostra un totale scollamento con la realta’ rappresentata dai servizi sociali che dovrebbero – secondo la comunicazione governativa – prendere in carico queste persone. Il Governo, le Regioni e i Comuni (nella maggior parte dei casi) non hanno messo in atto nessun intervento adeguato ad affrontare la situazione che si e’ venuta a creare e che vedra’, nelle prossime settimane, un crescendo di popolazione in condizione di bisogno e in – legittima – ricerca di risposte. In questo contesto, sperando che, come richiesto da piu’ parti a partire dalla nostra organizzazione, il Governo – aggiunge Agliozzo – si assuma la responsabilita’ dell’inaccettabile ritardo con cui non ha provveduto ad emanare le procedure per l’accesso alle nuove misure e decida una proroga del termine del RdC, e’ indispensabile che, di concerto con la Confederazione, si attivino tutti i confronti, con Regioni e i Comuni, necessari a mettere i servizi pubblici dei territori in condizione di dare risposte alle migliaia di persone che ad essi si stanno rivolgendo, a partire dal rafforzamento e potenziamento degli organici di Cpi e Servizi Sociali dei Distretti regionali e lo stanziamento delle risorse necessarie. In questa fase emergenziale puo’ essere anche opportuno valutare tavoli di confronto nelle Prefetture dove Comuni, Centri per l’impiego, Inps e tutti i soggetti coinvolti a vario titolo, possano – conclude Gaetano Agliozzo – coordinare le iniziative di accoglienza degli utenti affinche’ si svolgano in piena sicurezza”

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