Politica

Regionali, Totò Cuffaro: “Pensiamo a nostro candidato”

La Dc Nuova pensa a una propria candidatura, potrebbe essere una "donna"

Pubblicato 3 anni fa

Mentre i leader nazionali dei tre partiti più forti del centrodestra devono valutare se Nello Musumeci sarà il candidato presidente della Regione Siciliana della coalizione, alle prossime elezioni regionali, e Caterima Chinnici è la candidata dell’area progressista, scende in campo Totò Cuffaro, che rivela in una intervista al giornale on line ‘livesicilia’ che la Dc Nuova pensa a una propria candidatura. Potrebbe essere una “donna”, dice l’ex presidente della Regione, che ha scontato una pena per favoreggiamento alla mafia, ormai ispiratore e leader del nuovo partito di centro. 

La Dc Nuova alle prossime regionali andrà con il proprio simbolo, ma Cuffaro, con un centrodestra litigioso ed ancora incerto, non fa mistero della possibilità di creare un polo autonomo con moderati e centristi. “Ho la sensazione – dice – che nella coalizione piuttosto che le ragioni dello stare insieme e del trovare il modo e scegliere tempo di sedersi tutti attorno ad un tavolo a cominciare da Musumeci per determinarsi nella scelta del Presidente ed elaborare il programma da presentare ai siciliani si stia facendo di tutto per dividersi e logorare rapporti consolidati nel tempo”. Da qui, l’idea di un un centro autonomo dalla forte connotazione cattolico democratica. “Stiamo seriamente pensando di presentare una nostra candidatura alla presidenza della Regione – sottolinea Cuffaro – aperta a tutti quelli che vorranno riconoscersi in una nuova e giovane esperienza dei moderati che vogliono ripartire da una scelta ideologica da una nuova classe dirigente per dare ai siciliani una buona politica che ponga al centro l’uomo, la famiglia, l’ambiente, il lavoro e la giustizia. Non ci sarò io ma ci saranno tanti giovani e tante donne con passione, con coraggio e con rigore morale”. 

L’ex presidente della Regione lancia un appello a “tutti quelli che come noi credono che nella nostra regione sia necessaria una politica popolare e non populista, democratica e non sovranista. Le tante persone che coltivano ancora la speranza che la nostra Sicilia è una terra dove si possa vivere e lavorare e non dalla quale bisogna andar via”.

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