Politica

Sanità Convenzionata siciliana in piazza il 26 novembre

Gli ambulatori e i centri diagnostici accreditati chiuderanno per protesta e si raduneranno davanti a Palazzo d'Orléans

Pubblicato 9 minuti fa

La sanità convenzionata siciliana è pronta a scendere in piazza mercoledì 26 novembre con una mobilitazione significativa. Gli ambulatori e i centri diagnostici accreditati chiuderanno per protesta e si raduneranno davanti a Palazzo d’Orléans per chiedere interventi urgenti e soluzioni strutturali al governo regionale.
Le associazioni che rappresentano il comparto denunciano l’esaurimento dei tetti di spesa e l’impossibilità di garantire ai cittadini i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Il blocco delle prestazioni in regime di convenzione rende insostenibile l’operatività dei Centri Accreditati esterni, costretti a scegliere tra erogare servizi senza copertura economica o sospendere gran parte delle attività.
Il rischio concreto è una sospensione prolungata delle prestazioni non urgenti e un accesso sempre più difficoltoso per i pazienti fragili, cronici e per quanti necessitano di monitoraggi periodici. Una parte rilevante della popolazione siciliana vive in comuni lontani dagli ospedali e dipende quotidianamente dalla rete dei centri convenzionati.
La Presidente di Confcommercio Cura, Salute e Sanità, Antonella Danile, ha espresso forte preoccupazione per le ricadute sui cittadini e sui territori: « Le nostre strutture stanno erogando prestazioni senza alcuna copertura finanziaria. La nostra presenza è insostituibile e necessaria per abbattere le lunghe liste di attese ma deve essere riconosciuta dalle istituzioni senza ambiguità ».
La serrata del 26 novembre prevede la chiusura della quasi totalità delle strutture, che garantiranno soltanto le urgenze, mentre il personale parteciperà al sit-in previsto davanti alla sede della Regione Siciliana. La mobilitazione rappresenta solo il primo passo di un percorso che potrebbe protrarsi a lungo in assenza di soluzioni tempestive.
Salvaguardare la continuità dei servizi, tutelare il diritto alla salute e preservare una filiera che, da anni, integra e sostiene le carenze del sistema pubblico e sostiene il funzionamento dell’intero ecosistema sanitario regionale.

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