Politica

Sanità, Iacolino: “Al lavoro per rendere moderno il sistema”

Così il dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica dell'assessorato Sanità, Salvatore Iacolino

Pubblicato 5 giorni fa

“Abbattimento delle liste d’attesa, ampliamento delle aree di superficie di pronto soccorso, rete assistenziale territoriale al passo coi tempi, reclutamento di medici e un rinnovato rapporto con le Università. Sono ingredienti essenziali per raggiungere i risultati attesi di una sanità moderna. Soprattutto attraverso un forte coinvolgimento dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta, delle farmacie convenzionate per quanto riguarda la somministrazione dei vaccini, col concorso responsabile di case di cura e strutture convenzionate per migliorare il sistema di accesso equo e solidale”. Così il dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica dell’assessorato Sanità, Salvatore Iacolino, parlando con i cronisti a margine del Forum mediterraneo in sanità, in corso a Palazzo dei Normanni. Per Iacolino “sarà fondamentale l’apporto delle direzioni generali sia in termini di sostenibilità economica sia di modernizzazione del sistema che sia anche piattaforma integrata rispetto ai Paesi frontalieri ai quali dobbiamo guardare con fiducia e interesse”.

Rimane aperta la questione del reclutamento delle risorse umane. “Le case e gli ospedali di comunità dovrebbero entrare in funzione nel luglio del 2026, un tempo ragionevolmente ampio per reclutare risorse umane – afferma Iacolino – Sappiamo quanto sia complicato reclutare medici, nei giorni scorsi 15 mila borse di studio di formazione ma solo 11 mila sono stati reclutati: chirurgia, pronto soccorso, anestesia e anatomia patologica sono le discipline in cui è difficile reclutare nuovi medici. Intanto noi non partiamo da zero, le case di comunità sono una evoluzione del modello di poliambulatorio territoriale di assistenza, abbiamo adottato provvedimenti per arruolare medici provenienti da paesi terzi, abbiamo previsto una norma che riconosce una indennità premiale nei confronti dei medici che vanno a lavorare nei cosiddetti ospedali di frontiera, stiamo lavorando per programmare al meglio attività che richiederanno certamente risorse umane. Nelle case e negli ospedali centrale sarà il ruolo degli infermieri di comunità e gli infermieri per nostra fortuna sono reclutati con una certa facilità. Siamo cautamente ottimisti, lavoriamo a 360 gradi. C’è ancora molto lavoro da fare”. Il dirigente spiega che “la settimana scorsa sono stati oggetto di colloquio 10 medici stranieri, lavoriamo su quel binario ma non è l’unico: tutte le aziende sono impegnate a reclutare personale attraverso le procedure ordinarie, come mobilità, stabilizzazione e procedure concorsuali”. “E’ un sistema complesso per certi aspetti fragile, dove è fondamentale la sostenibilità economica – conclude – Ed è fondamentale l’apporto dei direttori generali, sono stati contrattualizzati, hanno degli impegni che dovranno raggiungere e noi stiamo provando a coordinarli al meglio perché questi obiettivi siano concretamente conseguiti”.

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