La Nave Mediterranea con 92 persone davanti Porto Empedocle: “Fateli sbarcare”
Le autorità hanno predisposto il porto di Livorno per lo sbarco
Dopo le tre operazioni di soccorso compiute nei due giorni scorsi – domenica al largo delle coste libiche e ieri al largo di Lampedusa – la nave Mediterranea si trova in questo momento, con 92 persone a bordo (di cui 31 minori non accompagnati), davanti alle coste siciliane di Porto Empedocle.
“Per lo sbarco delle persone soccorse – si legge in una nota della Ong – le autorità italiane hanno ieri assegnato il porto di Livorno, che si trova a 630 miglia nautiche dal luogo dei salvataggi (quasi 1.200 km), lontano oltre quattro giorni di navigazione. Un viaggio che i superstiti a bordo non possono affrontare in sicurezza, dal momento che sono tutte persone vulnerabili, che hanno sofferto lunghi periodi di detenzione in Libia e terribili violenze e che sono pesantemente traumatizzate dalla traversata in mare, soccorse dopo tre giorni alla deriva, senza acqua né cibo. Da ieri pomeriggio il maltempo imperversa sul canale di Sicilia: le condizioni meteo hanno ulteriormente aggravato lo stato di salute fisica e mentale delle persone a bordo, ma soprattutto non permettono di navigare in sicurezza verso nord”. Mediterranea ha inviato ieri pomeriggio un’urgente segnalazione – riferita in particolare alla condizione dei minori non accompagnati – alla procura dei minorenni di Palermo e, secondo quanto riferito dalla Ong, la procura avrebbe chiesto al ministero dell’Interno e a quello dei Trasporti di disporre al più presto lo sbarco dei minori a Porto Empedocle. “Nella notte – prosegue Mediterranea Saving Humans – dopo che anche la struttura istituzionale del Cirm competente per la salute in mare ha fatto analoga richiesta alle autorità, Mediterranea ha chiesto che tutte le 92 persone soccorse possano sbarcare in sicurezza a Porto Empedocle. Questa richiesta non ha ancora ottenuto risposte e pare che le autorità vogliano trasbordare in Sicilia solo i minori e costringere la nave a proseguire verso il lontano porto di Livorno con le restanti 61 persone. Se così fosse, ancora una volta il governo italiano violerebbe tutte le regole del diritto marittimo e umanitario, internazionale e nazionale, calpestando i diritti fondamentali delle persone soccorse, alla vita, alla cura e alla dignità”.
			
			
  
