Messina

“Cantieri fantasma”, scoperta maxi truffa sui bonus edilizi: 11 indagati 

Crediti di imposta inesistenti connessi al Super bonus 110%, a seguito di fittizi lavori di ristrutturazione edilizia

Pubblicato 3 ore fa



Una maxi frode in materia di bonus edilizi è stata scoperta nel Messinese dalla Guardia di finanza che ha sequestrato beni per oltre 1,6 milioni di euro. Le indagini dei finanzieri della Tenenza di Sant’Agata Militello, coordinati dalla Procura di Patti, hanno fatto luce su un gruppo criminale, attivo sui Nebrodi, beneficiario di crediti di imposta inesistenti connessi al Super bonus 110%, a seguito di fittizi lavori di ristrutturazione edilizia, ammontanti a circa 950mila euro.

Undici le persone denunciate per truffa aggravata ai danni dello Stato, autoriciclaggio ed emissione e utilizzo di fatture false. I crediti di imposta fittizi sono stati generati anche grazie alla complicità di alcuni professionisti, che hanno falsamente attestato la regolare esecuzione di lavori edili di riduzione del rischio sismico e di efficientamento energetico, in realtà mai avvenuti. Parte dei crediti di imposta sono stati poi monetizzati dietro corrispettivo mediante successive cessioni a società terze. Da qui il reato di autoriciclaggio. Grazie a riscontri documentali e contabili, sopralluoghi con tecnici abilitati, analisi dei rapporti economici e finanziari intercorsi tra le persone coinvolte, verifiche e controlli fiscali, gli investigatori delle Fiamme gialle sono riusciti a fare luce sull’articolata truffa realizzata con il ricorso a false fatture, false asseverazioni e falsi stati di avanzamento lavori.

“I soggetti coinvolti, al fine di ottenere l’indebito riconoscimento del credito di imposta – spiega la Guardia di finanza -, attraverso l’uso strumentale di fatture per operazioni inesistenti e di asseverazioni non veritiere, hanno rappresentato il sostenimento di costi per lavori di riduzione del rischio sismico (Sismabonus 110%) e di efficientamento energetico (Ecobonus 110%), in realtà mai eseguiti, su tre immobili di pregio ricadenti nei Comuni di Mistretta e Tusa, nel Messinese”. Su richiesta della Procura di Patti, il gip ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo che riguarda liquidità e beni immobili rinvenuti nella disponibilità degli indagati.

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