Giudiziaria

Favara, omicidio del rivenditore di auto Francesco Simone: indagato il vicino di casa

Nell'ambito di questa inchiesta, un'altra persona è stata indagata per false informazioni al pubblico ministero, per avere, secondo l'accusa, tentato di depistare le indagini.

Pubblicato 3 mesi fa

C’è un indagato, ritualmente iscritto nell’apposito registro dai magistrati della Procura della Repubblica di Agrigento, per l’omicidio di Francesco Simone, il rivenditore di auto ucciso con almeno quattro colpi di pistola lo scorso 7 dicembre in contrada “Poggio muto” a Favara. 

Si tratta di un uomo del quale Grandangolo (che ha lanciato la notizia già ieri ed oggi ripresa da tutte le testate giornalistiche) in un primo momento aveva omesso di indicare nome e dati identificativi a tutela delle indagini e dell’indidagato, sul cui capo pesa l’ipotesi di reato di omicidio volontario, porto e detenzione illegale di armi e munizioni ed altro ancora. Adesso che tali dati sono diventati pubblici, è possibile andare oltre specificando che l’indagato è il vicino di casa. Dunque, niente mafia dietro l’assassinio di Francesco Simone (le modalità di esecuzione del delitto aveva fatto pensare anche a questo) ma ben altro e più terra terra. La svolta all’inchiesta si è avuta con la consegna di un primo rapporto giudiziario ad opera dei carabinieri del Nucleo Investigativo guidati dal  tenente colonnello Luigi Balestra e dal tenente colonnello Vincenzo Bulla con il quale si tracciava un profilo dell’accaduto alquanto vicino a dinamiche originate da banali e futili motivi che avrebbero scatenato la furia omicida dell’assassino. I militari dell’Arma, insomma, avrebbero individuato movente e presunto assassino già dopo le primissime investigazioni grazie ad alcune testimonianze e alcuni accertamenti svolti alla vecchia maniera in attesa delle risultanze dei rilievi tecnico-scientifici che non tarderanno ad arrivare. E senza spostarsi molto dal territorio di Favara. Nell’ambito di questa inchiesta, un’altra persona è stata indagata per false informazioni al pubblico ministero, per avere, secondo l’accusa, tentato di depistare le indagini.

Ed infatti, il prossimo 25 gennaio si svolgeranno, nella sede dei carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Messina, gli accertamenti irripetibili sui reperti sequestrati sulla scena del delitto. Si tratta di accertamenti di natura biologica, microscopica e balistica che serviranno ad aggiungere un ulteriore tassello all’incessante attività investigativa dei carabinieri del Nucleo Investigativo e dei militari della Tenenza di Favara. Accertamenti a cui assisterà anche l’avvocato dei familiari della vittima, Angelo Piraino (ed il difensore dell’indagato), che nominerà un consulente tecnico di parte. I risultati dell’approfondimento, unitamente alla relazione dell’autopsia effettuata dal medico legale Alberto Alongi, potrebbero fornire nuovi interessanti elementi all’indagine coordinata dalla Procura di Agrigento – il procuratore capo Giovanni Di Leo ed il sostituto Maria Barbara Grazia Cifalinò. 

Proprio la notifica alle parti interessate dell’avviso di accertamenti irripetibili ha fatto scoprire le carte alla Procura, dovendo necessariamente  – è un atto dovuto – comunicare ad indagato e parti civili l’avvio degli esami scientifici ad opera del Ris di Messina. La modifica del numero del procedimento (da modello 44 a carico di ignoti a modello 21 a carico di noti) ha svelato l’arcano.

L’omicidio di Francesco Simone si consuma nella mattinata del 7 dicembre scorso. L’uomo, con piccoli e datati precedenti, viene ucciso con almeno quattro colpi di pistola all’esterno della sua abitazione di campagna che, quasi quotidianamente, visitava. Un vero e proprio agguato. E adesso la svolta.

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