Messina Denaro, i nomi in codice “presi in prestito” dalla letteratura
Per creare la lingua cifrata che utilizzavano nelle loro comunicazioni scritte si ispiravano anche a testi letterari Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, maestra che per anni ha avuto una relazione col capomafia. Lo hanno scoperto i carabinieri del Ros che stanno indagando sulla rete di fiancheggiatori che ha coperto la latitanza del boss e che, ieri, […]
Per creare la lingua cifrata che utilizzavano nelle loro comunicazioni scritte si ispiravano anche a testi letterari Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, maestra che per anni ha avuto una relazione col capomafia. Lo hanno scoperto i carabinieri del Ros che stanno indagando sulla rete di fiancheggiatori che ha coperto la latitanza del boss e che, ieri, hanno arrestato la donna per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena.
Ad esempio per il nome “tugurio” usato per indicare uno dei luoghi in cui i due si incontravano si sono rifatti a un libro di Vargas Llosa “Avventure della ragazza cattiva” in cui uno dei protagonisti sosteneva “che il posto in cui viveva era un tugurio ma per lui era una reggia perché lì era stato felice”, scriveva la Bonafede.
Oppure il nome in codice Tania dato alla figlia della Bonafede, Martina, è tratto da un volume di Bukowski. I carabinieri l’hanno trovato il 15 marzo nella libreria di casa della Bonafede con una pagina evidenziata in rosa dove si legge “mia figlia Tania”. Il boss e la donna oltre a farsi ispirare dalla letteratura, secondo gli inquirenti, si sarebbero scambiati i libri e sottolineando passaggi per loro significativi avrebbero comunicato.