Migranti, il sindaco di Lampedusa: “Blocco navale è irrealizzabile”
Le parole del sindaco di Lampedusa
“Questa ennesima tragedia è una sconfitta per la politica italiana e per tutti gli enti che in qualche modo sono coinvolti nel fenomeno migratorio. Un fenomeno che, per quanto riguarda la mia isola, dura da almeno 30 anni. Non è più accettabile assistere inermi a queste morti in mare”. Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa, all’indomani della nuova strage di migranti con sette morti, bimbi soprattutto, ma anche donne, nel Mediterraneo centrale torna a ribadirlo. Lo aveva fatto subito dopo la sua elezione: “Il fenomeno deve essere affrontato in maniera strutturale e non emergenziale come fatto fino ad oggi – dice all’Adnkronos -. Occorre pensare a misure alternative, tornare a operazioni come ‘Mare Nostrum’, che possano fungere da deterrente per le partenze ed essere, al tempo stesso un modo per salvare vite umane”.
Nella sua isola nelle scorse settimane è volato il leader della Lega, Matteo Salvini. Una visita annunciata e un blitz a sorpresa nell’hotstpot di contrada Imbriacola, costantemente in sofferenza per via degli arrivi. E proprio sulla più grande delle Pelagie il leader del Carroccio è tornato a parlare dei decreti Sicurezza. “Sono convinto servano delle regole rigorose, ma al tempo stesso umane – dice adesso il sindaco Mannino -. Noi ci troviamo al centro del Mediterraneo. Di fronte a persone che in mezzo al mare chiedono aiuto noi non possiamo fare altro che accogliere e soccorrere, poi la politica deve fare la sua parte”. E il blocco navale invocato da Giorgia Meloni? “Secondo me è irrealizzabile, servirebbe l’intera Marina italiana di fronte le coste del nord Africa”, spiega, sottolineando, però, che “in qualche modo occorre intervenire anche sul fronte delle partenze”. Perché sulla piccola isola di appena 6mila anime arrivano “migranti economici, richiedenti asilo e rifugiati” e “io non mi sento di dire ‘braccia aperte a tutti’. Però, si deve parlare di strategie fattibili e, a mio avviso, il blocco navale non lo è”. “Prima di pensare ai decreti Sicurezza e al blocco navale si lavori per modificare il regolamento di Dublino. Su questo fronte non mi sembra che la politica italiana abbia preso posizione in Europa se non a parole”, sottolinea. Un’altra strada percorribile per Mannino è “l’organizzazione di corridoi umanitari per fare viaggiare in sicurezza chi ha diritto” e la realizzazione di “punti di richiesta asilo fuori dall’Unione europea, magari sulle coste del Nord Africa. Certo, l’assenza di interlocutori nei Paesi sull’altra sponda del Mediterraneo rende tutto più difficile e complesso, ma un passo in questa direzione andrebbe fatto”.
L’auspicio, adesso, è che archiviata la campagna elettorale i riflettori su Lampedusa restino accesi. “Ci voglio sperare. Questo territorio ha bisogno di attenzione da parte del Governo nazionale perché indirettamente il tema migranti ha delle ripercussioni sul governo del territorio a livello locale”. Un esempio? Il costo dello smaltimento dei rifiuti prodotti nell’hotspot di contrada Imbriacola. “E’ una piccola città parallela in cui le presenze restano ben sopra la soglia dei 350 posti”. Altra emergenza sono “i barchini usati dai migranti per le traversate e abbandonati sulle coste o al largo dopo i soccorsi. Anche su questo fronte occorre intervenire in maniera strutturale, non può essere una continua emergenza”. Ne bastano finanziamenti straordinari. “I bilanci dei Comuni non si fanno con i fondi straordinari – avverte il sindaco -, ma con risorse che si devono conoscere a monte per poter organizzare al meglio i servizi destinati ai cittadini. Mi auguro che Roma pensi a qualche aiuto strutturale per il nostro Comune, che da anni sostiene il peso dell’accoglienza. Gli emendamenti che abbiamo presentato nel decreto Aiuti bis vanno proprio in questa direzione”. (di Rossana Lo Castro/Adnkronos)