PRIMO PIANO

Stop al reddito di cittadinanza per quasi 40 mila siciliani, 3 mila ad Agrigento 

Rischio tensioni sociali, a Terrasini un uomo ha tentato di bruciare la stanza del sindaco dopo aver perso il reddito di cittadinanza

Pubblicato 2 anni fa

Per quasi 40 mila siciliani è l’ultimo giorno di reddito di cittadinanza. La Sicilia è la regione con maggiori sospensioni comunicate dall’Inps via sms. Oltre 11 mila nella sola Palermo mentre ad Agrigento sono quasi 3 mila percettori che da domani perderanno il beneficio. Molte persone si sono riversate nei Caf per chiedere informazioni. Sono in corso contatti tra l’Anci e il ministero del Lavoro per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre): in diversi casi il Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito. È quanto si apprende dall’Anci. L’Inps non avrebbe inoltre potuto mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciò ha creato difficoltà ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili.

IL SINDACO DI FAVARA SUL REDDITO DI CITTADINANZA

“Da oggi decine di famiglie favaresi in condizioni economiche di indigenza sono rimaste senza alcun sostegno.  L’annullamento del Reddito di cittadinanza per alcune fasce di popolazione avrà effetti devastanti su un tessuto sociale fragile come il nostro.  Una scelta incomprensibile, che rischia concretamente di creare situazioni di disordine sociale e che, soprattutto, anche a causa di un’errata comunicazione, pare scaricare sui Comuni le responsabilità di dare risposte a tutte queste famiglie.  Il Reddito di cittadinanza non era certamente uno strumento perfetto: tante cose non sono andate nel verso giusto.  Era però un mezzo voluto per arginare  l’avanzamento della povertà anche nella nostra provincia, che è statisticamente una di quelle dove maggiormente sono presenti le famiglie che lo percepiscono. Oggi, per volontà di una politica che premia solo il Nord ricco, come già avvenuto con il disegno dell’Autonomia differenziata, si gettano nella disperazione migliaia di persone. Per questo nei prossimi giorni scriveremo una lettera al Prefetto, evidenziandogli quale impatto sociale avrà il provvedimento. Ho in tal senso invitato tutti i colleghi sindaci ad unirsi alla nostra voce, a difesa dei cittadini e delle comunità che amministriamo.”

CHI PERCEPIRA’ ANCORA IL REDDITO DI CITTADINANZA 

Persone con dipendenze, donne vittime di violenza, persone i carico ai servizi psichiatrici: sono alcune delle tipologie che rientreranno tra quelle che potranno continuare a percepire il Reddito di cittadinanza fino a fine 2023 e poi chiedere dal 2024 l’Assegno di inclusione sociale. E’ quanto prevede la legge sulle nuove misure contro la povertà ma l’elenco completo dovrebbe essere contenuto nel decreto attuativo della legge che non è ancora uscito. Resta il problema del termine per la presa in carico da parte dei servizi sociali che è stato spostato dal 30 giugno al 31 ottobre creando un possibile un buco nel quale le famiglie potranno restare senza sussidio in attesa di essere prese in carico dai servizi sociali. Secondo la legge oltre alle famiglie che hanno un componente minore, disabili o over 60 – spiega il ministero del Lavoro nelle slide di spiegazione della nuova normativa – “potranno continuare ad usufruire del Reddito di cittadinanza fino a fine 2023 i nuclei con componenti in condizioni di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione. “Sono da considerarsi in condizioni di svantaggio, ad esempio, spiega il ministero, le persone in carico ai servizi per le persone con disabilità, le persone in carico ai servizi per le dipendenze le persone in carico ai servizi per le donne vittime di violenza, le persone in carico ai servizi psicologici per la salute della persona, le persone in carico ai servizi per le malattie psichiatriche le persone senza fissa dimora, le quali versino in una condizione di povertà tale da non poter reperire e mantenere un’abitazione in autonomia e in carico ai servizi sociali territoriali”.

VERSO IL SUPERAMENTO DEL REDDITO DI CITTADINANZA

L’Inps avvia la campagna di comunicazione sull’arrivo delle nuove misure destinate a contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale superando il Reddito di cittadinanza. Sul sito si ricorda che le misure saranno due: l’Assegno di inclusione, attivo dal 1° gennaio 2024, prevede un’integrazione al reddito per le famiglie con componenti minorenni, con almeno 60 anni di età o con disabilità e per le persone in condizione di svantaggio inserite in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali; il Supporto alla formazione e al lavoro Attivo dal 1° settembre 2023, prevede l’accesso a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro per le persone tra i 18 e i 59 anni. La campagna si chiama “Un percorso per ognuno, una prospettiva per tutti”. Se la presa in carico degli ex beneficiari del reddito di cittadinanza da parte degli assistenti sociali arriva all’Inps entro il 31 ottobre il beneficio può essere riattivato fino al 31 dicembre dando diritto agli arretrati. E’ quanto si legge sulle faq del ministero del lavoro sulla transizione dal Rdc all’Assegno di inclusione. Dopo aver usufruito del Reddito di cittadinanza per sette mesi, “in assenza della comunicazione all’Inps tramite la piattaforma GePI dell’avvenuta presa in carico, si legge, l’erogazione del beneficio è sospesa e può essere riattivata, ricomprendendo le mensilità sospese, solo in esito all’avvenuta comunicazione all’Inps dell’avvenuta presa in carico del nucleo, fermo restando il termine del 31 ottobre 2023”.

TENSIONI IN SICILIA

Aveva appena ricevuto notizia che avrebbe perso il reddito di cittadinanza, ha fatto irruzione nella stanza del sindaco di Terrasini (Pa) cospargendola di benzina e minacciando di dar fuoco a tutto. Sono stati attimi di grande paura e il segretario generale Cristofaro Ricupati ha cercato di dialogare con l’uomo. Alla fine è stato il presidente del consiglio comunale Marcello Maniaci a far desistere il disoccupato dal gesto. Immediato l’arrivo anche dei carabinieri e di un’ambulanza del 118. L’uomo ha 60 anni. “Quanto accaduto a Terrasini, dove un uomo che ha perso il reddito di cittadinanza ha fatto irruzione nella stanza del sindaco minacciando di dare fuoco a tutto con la benzina, è la plastica rappresentazione della bomba sociale che il governo Meloni potrebbe avere innescato”. Lo afferma il coordinatore regionale M5S e vicepresidente dell’Ars, Nuccio Di Paola che ha presentato un’interpellanza al presidente della Regione, Renato Schifani, per chiede soluzioni in grado di dare una mano ai siciliani in gravi difficoltà economiche. “Da domani – dice Di Paola – oltre 37 mila famiglie siciliane, il più alto numero tra le regioni italiane, saranno abbandonate a se stesse. A Palermo le sospensioni saranno 11.573, a Catania 8.974, a Trapani 3.144, ad Agrigento 2.986, a Siracusa 2.844 e numerose saranno nelle altre province. Mancheranno risorse non solo nelle tasche dei siciliani, ma anche incassi nei negozi e nelle attività commerciali di prossimità. Meloni prova a cancellare da Roma con un sms i poveri, ma in realtà li trasferisce alle Regioni, quasi tutte governate dal centrodestra, totalmente impreparate a gestire la situazione. Le Regioni passeranno la parola ai Comuni che sono senza fondi e senza personale”. “La cosa assurda è che parte della politica che sostiene il governo Meloni ora finge di prendere le difese dal Reddito di cittadinanza, spaventata dal contraccolpo in termini di consensi”, conclude.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *