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Turbativa d’asta in favore di Cosa Nostra a Castrofilippo: “In 40 anni mai avuto a che fare con la mafia”

Battute finali del processo a carico del geometra Vincenzo Manzone, 76enne ex tecnico del Comune di Castrofilippo, finito sul banco degli imputati con l’accusa di turbativa d’asta con l’aggravante di aver favorito aziende di Cosa Nostra. Dopo la richiesta di condanna a cinque anni di reclusione da parte dell’accusa questa mattina in aula la parola […]

Pubblicato 5 anni fa

Battute finali del processo a carico del geometra Vincenzo Manzone, 76enne ex tecnico del Comune di Castrofilippo, finito sul banco degli imputati con l’accusa di turbativa d’asta con l’aggravante di aver favorito aziende di Cosa Nostra. Dopo la richiesta di condanna a cinque anni di reclusione da parte dell’accusa questa mattina in aula la parola è passata alla difesa per le conclusioni.

Non prima, però, di aver ascoltato una brevissima dichiarazione spontanea proprio del geometra Manzone, quest’oggi apparso in aula: “In quarant’anni di lavoro non ho mai ricevuto una denuncia men che meno ho avuto a che fare con la mafia”.

L’arringa dell’avvocato Antonino Gaziano, al termine della quale ha avanzato la richiesta di assoluzione per Manzone, è stato un “attacco” all’intero impianto accusatorio. Generalità delle contestazioni mosse all’imputato, non precisione dell’arco temporale in cui avrebbe commesso i reati nonché dure critiche rivolte alla ricostruzione dei collaboratori di giustizia che “tirano in ballo” l’ex tecnico comunale: Maurizio Di Gati, ex capo provinciale di Cosa Nostra, e Giuseppe Sardino, ex consigliere comunale di Naro nonché “fedelissimo” del boss Giuseppe Falsone.

Il geometra Manzone è accusato di turbativa d’asta per due lavori di manutenzione stradale ed il completamento di un centro diurno che sarebbero stati poi aggiudicati da aziende in odor di mafia a discapito di altre ditte che sono state escluse. Secondo la difesa, invece, le aziende escluse non avrebbero avuto diritto per mancanza di alcuni requisiti. I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento emetteranno la sentenza al prossimo ritorno in aula.

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