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Giovane morto di overdose, svolta nell’inchiesta: arrestato 34enne

E’ accusato di aver fornito la “dose killer” di metadone che ha ucciso il giovane

Pubblicato 3 anni fa

Svolta nell’inchiesta sulla morte del ventunenne Alessio Cusumano, deceduto il 9 novembre scorso per overdose. I carabinieri della Tenenza di Ribera, guidati dal tenente Fabio Proietti, e coordinati dal colonnello Roberto Vergato Comandante della Compagnia di Sciacca, hanno arrestato Attilio Manisi, 34 anni, originario di Ribera. E’ accusato di aver fornito la “dose killer” di metadone che ha ucciso il giovane. Quest’ultimo è stato ritrovato morto all’interno del suo appartamento. 

Il 34enne è volto noto alle forze dell’ordine: spacciatore di lungo corso, anche lui tossicodipendente. Gli inquirenti, coordinati dalla Procura di Sciacca con il sostituto procuratore Michele Marrone, sono arrivati a lui esaminando il cellulare della vittima con cui il pusher si era scambiato messaggi poco prima. 

Una successiva perquisizione ha permesso ai carabinieri di individuare metadone e un bilancino di precisione in casa dello spacciatore. Ora per lui, rinchiuso nel carcere di Sciacca, si attende l’interrogatorio di garanzia del Giudice, sperando che così non solo si possa fare completa luce sulla morte di Alessio Cusumano.

La Conferenza stampa

Controlli serrati da parte dei militari dell’Arma a Ribera per sgominare gli spacciatori di morte. L’attività di svolta nelle indagini sono state rese in conferenza stampa da parte del Tenente Colonnello Roberto Vergato, comandante della Compagnia Carabinieri di Sciacca e dal Tenente dei Carabinieri di Ribera, Fabio Proietti.

Siamo riusciti in pochi giorni, da quando si sono registrati i decessi, a far luce su chi aveva ceduto la droga“, ha detto il Tenente Colonnello Vergato. Una risposta celere che d’intesa tra l’Autorità Giudiziaria e Arma dei Carabinieri è stata data a questo episodio”.

Fanno eco le parole del Tenente di Ribera Fabio Proietti che ancora una volta lancia un messaggio diretto agli spacciatori.

“L’arresto ci ha permesso di bloccare lo spaccio e abbiamo evitato che altri giovani potessero fare la stessa fine, dice il Tenente Proietti. Ci deve essere più fiducia nei nostri confronti per continuare questa lotta alla droga e cercare tutti insieme di fare di più e proteggere i nostri giovani da questa morte“.

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