RISERVATO ABBONATI

Favara: avvertimento al fratello imprenditore del pentito Giuseppe Quaranta

Appiccato il fuoco che ha bruciato alcuni bancali in legno posti nella zona esterna dell’impresa

Pubblicato 2 anni fa

Proseguono nel più fitto riserbo le indagini sul misterioso incendio che tre giorni fa ha danneggiato l’area esterna dell’impresa edile di Vincenzo “Enzo” Quaranta, in via Capitano Callea, a Favara.

Sono ancora tanti gli interrogativi al momento senza risposta, a cominciare dalla natura del rogo, che tuttavia, non sembra essere accidentale ma dolosa.

Una circostanza, fino ad oggi non emersa, ha poi inevitabilmente innalzato il livello di allerta degli inquirenti.

Il proprietario della ditta interessata dal grave episodio intimidatorio affidato alle fiamme è Vincenzo Quaranta, fratello del collaboratore di giustizia Giuseppe, ultimo pentito della mafia agrigentina.

Allo stato attuale non ci sono certezze ufficiali se l’incendio sia stato doloso, ma è la pista che indubbiamente viene maggiormente seguita dagli investigatori, in questo caso i carabinieri.

Semmai non sembra assodato il fatto che possa esserci una correlazione tra l’incendio con la figura dell’ex braccio destro del boss Francesco Fragapane, oggi collaboratore di giustizia.

L’unico dato incontrovertibile è rappresentato dalle fiamme che hanno bruciato alcuni bancali in legno posti nella zona esterna dell’impresa. Un messaggio preciso ed inequivocabile che potrebbe essere originato da screzi e vendette maturati nel mondo imprenditoriale.

Sono stati alcuni passanti, l’altra notte intorno le 2.30, a notare una colonna di fumo provenire da via Capitano Callea e avvisare i Vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento (e i carabinieri) che, una volta intervenuti, hanno domato ed estinto l’incendio.

Le indagini condotte dai carabinieri della Tenenza di Favara e dai militari della compagnia di Agrigento entrano adesso nel vivo per accertare le cause e il movente.

Intanto, proprio Giuseppe Quaranta, che ha iniziato il percorso di collaborazione all’indomani del suo arresto nella maxi operazione Montagna, comparirà in aula il prossimo 26 gennaio – collegato da un sito riservato – per testimoniare nel processo (stralcio ordinario) sulla cosiddetta faida Favara-Liegi, una lunga scia di sangue caratterizzata da quattro omicidi e altrettanti agguati mancati.

Le dichiarazioni di Quaranta, ritenuto pentito attendibile e affidabile, stanno ormai da anni fornendo un contributo importante alle indagini degli inquirenti.

La Procura della Repubblica di Agrigento (e questo dato lascia capire che, al momento, si indaga per ipotesi di reato non mafiose) ha aperto un’inchiesta.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *