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Il pentito Quaranta ai giudici: “Sono diventato invisibile per curare la latitanza del boss Di Gati”

Ha deposto il 30 marzo scorso, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma

Pubblicato 1 anno fa

E’ il 30 marzo scorso, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma viene interrogato il collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, favarese, ultimo pentito, in ordine di tempo, della mafia agrigentina. Quaranta viene interrogato nell’ambito del processo “Mosaico” (rito ordinario, con un solo imputato: Carmelo Vardaro accusato di omicidio ed altro.

Prima di giungere al cuore della sua deposizione, ossia la guerra cruenta tra gruppi criminali favaresi sull’asse Belgio – Favara, il pentito spiega alla Corte d’assise le ragioni del pentimento e l’attività criminale svolta prima di saltare il fosso ed affidarsi alla giustizia. Ecco, cosa dice, tra le altre cose, rispondendo alle domande del pubblico ministero della Dda di Palermo, Alessia Sinatra:

PUBBLICO MINISTERO – Favara. Lei quando inizia a far parte di Cosa Nostra?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – allora, io ho iniziato a fare parte di Cosa Nostra… il mio primo incarico che ho avuto di Cosa Nostra è di curare la latitanza di Maurizio Di Gati, che era capo provinciale di Cosa Nostra in quel periodo.

PUBBLICO MINISTERO – lo ricorda… l’epoca?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – la data precisa no però ho… l’ho curata per quasi… quasi due anni perché io diciamo in quei due anni ero pure un latitante insieme a Maurizio Di Gati, nel senso latitante perché curando la latitanza di… di un latitante, una persona diventa pure invisibile.

PUBBLICO MINISTERO – e che ruolo aveva Maurizio Di Gati?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – in quel periodo Maurizio Di Gati era il capo provincia di Agrigento di Cosa Nostra. … per volontà di Salvatore Fragapane e diciamo Palermo allora… (incompr.) Totò Riina.

PUBBLICO MINISTERO – sì, senta, e lei in particolare… intanto chi le ha affidato di curare la latitanza di Maurizio Di Gati?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – Pasquale Alaimo, che siamo cresciuti insieme e mi ha affidato di curare la latitanza di… di Maurizio Di Gati. Pasquale Alaimo era… è un uomo appartenente a Cosa Nostra e un fedelissimo allora di Maurizio Di Gati.

PUBBLICO MINISTERO – senta, è un dato giudizialmente acquisito, Presidente, che Maurizio Di Gati è stato arrestato nel 2006, quindi parliamo di un’epoca antecedente, immagino.

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì sì sì.

PUBBLICO MINISTERO – senta, e lei l’incarico nel gestire la latitanza di Di Gati in cosa consisteva? Lei di cosa si occupava? Immagino non era il solo a gestirne la latitanza.

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – allora, io gestivo la latitanza di Maurizio Di Gati, di trovare dei covi dove erano diciamo all’insaputa della Giustizia e… io curavo pure la parte alimentare e andavamo negli appuntamenti, nelle riunioni, ci spostavamo di notte, di giorno, dipende gli appuntamenti. E una cosa delicatissima perché una persona che viene incaricata da Cosa Nostra a gestire una latitanza così pesante diciamo è una grossa responsabilità…

PUBBLICO MINISTERO – certo.

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – … perché deve fare in modo di non farlo catturare.

PUBBLICO MINISTERO – e, quando lei si occupava di curarne la latitanza, dove si trovava, Maurizio Di Gati? Dove stava?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – allora, noi l’ultima… l’ultimo covo, che poi lui… scusate, era… a zona Grangifone, che abbiamo comprato… a nome mio abbiamo comprato una casa coloniale e…

PUBBLICO MINISTERO – è sempre nei pressi di Favara, zona Grancifone?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – no, è tra… è diciamo tra Favara, Palma Montechiaro e Naro.

PUBBLICO MINISTERO – comunque è sempre nella provincia agrigentina.

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì sì, nella provincia di Agrigento sempre.

PUBBLICO MINISTERO – quindi lei acquista questo… che cos’era, un immobile, un immobile rurale?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì, era un immobile rurale, che sono delle case che noi chiamiamo case coloniali, che sono state date da Mussolini nella riforma agraria.

PUBBLICO MINISTERO – sì, quindi lei lo ha acquistato a suo nome…

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì sì, l’ho acquistato.

PUBBLICO MINISTERO – … e si è trasferito là?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – e Maurizio Di Gati sì, perché avevamo dei… avevamo dei covi però dei covi dove si stava quindici-venti giorni e poi bisogna… bisognava spostarsi perché giustamente non poteva tutti i giorni una persona essere là, gente magari che non conosceva, e allora si è deciso di comprare questa casa, tipo che eravamo a casa nostra.

PUBBLICO MINISTERO – certo. E quanto tempo è durato questo rapporto con Di Gati in questo senso? Cioè come…

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – quasi… diciamo circa due anni.

PUBBLICO MINISTERO – lei lo vedeva spesso, ci andava spesso?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – tutti i giorni.

PUBBLICO MINISTERO – tutti i giorni. E Di Gati si confidava con lei?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì sì, si parlava però diciamo in quel periodo io non ero messo a posto con Cosa Nostra, diciamo ero un avvicinato e si parlava di cose… oddio, c’erano delle confidenze però delle confidenze a livello superficiale, non si entrava nei particolari di Cosa Nostra perché non facendo in quel periodo parte di Cosa Nostra, ero un avvicinato, non potevo ricevere queste confidenze. Infatti con le persone che io portavo, che lui mi chiedeva per fargli l’appuntamento, loro si spostavano, parlavano per i fatti suoi perché io non potevo intraprendere quei discorsi in quel periodo.

PUBBLICO MINISTERO – certo. Lei quand’è che entra formalmente in Cosa Nostra? Cioè lei ha avuto la cosiddetta punciuta?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – nel 2010.

PUBBLICO MINISTERO – e ci…

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – da parte… da parte di Francesco Fragapane, un’altra persona e…

PUBBLICO MINISTERO – Francesco Fragapane, rispetto a Salvatore Fragapane, che legame ha?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – padre e figlio.

PUBBLICO MINISTERO – padre e figlio. E che… nel 2010 Fragapane Francesco che cos’era in Cosa Nostra?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – allora, la famiglia Fragapane… la famiglia Fragapane diciamo a livello di Cosa Nostra è… è una garanzia per la provincia di Agrigento perché il papà Salvatore è stato incoronato come capo provincia direttamente e personalmente da Toto Riina ad Agrigento, è stato lui a incoronare Salvatore Fragapane come capo provincia di Cosa Nostra di Agrigento. È una famiglia di spessore dentro Cosa Nostra.

PUBBLICO MINISTERO – e Francesco ha seguito le orme del padre?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì sì, Francesco, dopo che lui è uscito dal carcere, ci siamo rivisti e mi ha dato l’incarico di essere il boss del mio paese, di riorganizzare la provincia di Agrigento di Cosa Nostra.

PUBBLICO MINISTERO – e la sua formale combinazione come avviene e dove?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – allora, avviene in campagna con un santino di Sant’Antonio da Padova, dove avviene la punciuta tra me e lui, e bruciata la cosa e poi detto “se tradirai Cosa Nostra, brucerai e morirai come questa santina”.

PUBBLICO MINISTERO – ecco, in cosa consiste e che valore diciamo simbolico ha questo… patto?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – è un patto… è un patto… è un patto di sangue, si diventa fratello di sangue.

PUBBLICO MINISTERO – sì. E lei in quel momento viene incaricato di, oltre che diciamo di partecipare a questa riorganizzazione, nel territorio di Favara lei che cos’era?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – il boss, io ero il boss di Favara e il responsabile di tutto il mandamento di Santa Elisabetta alla montagna.

PUBBLICO MINISTERO – e aveva un gruppo di uomini che…

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì sì, che sono tutti condannati, dove io ho accusato e sono in carcere.

PUBBLICO MINISTERO – ci fa qualche nome? Lei, quando parla di tutti condannati, si riferisce all’operazione Montagna?

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – sì sì.

PUBBLICO MINISTERO – ci fa i nomi del gruppo di Favara? Della famiglia di Favara.

TESTE QUARANTA GIUSEPPE – Pullara, Di Giovanni, Limblici e… Fanara, Blando e tutti questi che sono…

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