Ma la Sicilia può tollerare ancora una stagnazione politica così grave?
Conversazione nella “Sicilia agrigentina” tra Diego Romeo e Paolo Cilona
Per domani è stata indetta dal Pd una grande kermesse dal titolo “Regione-Ragione” con quasi tutti deputati, sindaci e sindacalisti. Ci sarà anche Provenzano vicesegretario nazionale PD esperto meridionalista. Quali impegni dovrebbero assumere per il decollo del Sud?
“Una riunione ad alto livello con la partecipazione di esponenti di alto profilo politico. Il Pd dopo tanto silenzio si affaccia in una provincia che segna forti arretramenti sul piano degli investimenti e dello sviluppo. Da questa kermesse gli agrigentini si attendono risposte importanti e significative. Bisogna sin d’ora percepire in vista delle elezioni amministrative e dell’Assemblea regionale le future alleanze. Di sicuro ci sarà una grande attesa circa gli impegni che saranno presi e dibattuti. A noi spetta il compito della verifica. Si spera tuttavia un cambio di marcia a fronte di una realtà che vede il Pd fuori dal Consiglio comunale di Agrigento e di altri importanti Comuni della provincia. Bisogna fare un cambio di direzione, aprire le porte alla gente e riprendere il gusto delle lotte per il cambiamento e il rinnovamento della classe dirigente”.
La Regione Sicilia può tollerare ancora una stagnazione politica così grave?
“La Regione da anni segna il passo. La colpa va rivolta al popolo siciliano che malgrado la grave situazione di arretramento economico e sociale continua a votare per gli stessi uomini. Una classe politica antica negli anni continua a tenere il comando attraverso il clientelismo. In ogni parte del centro-nord del Paese il più votato non supera il 20% dei voti di lista. In Sicilia il più votato prende oltre il 60% dei voti di lista. Una forte campagna di promesse si annida nei vari candidati. Posti di lavoro, e incarichi di sottogoverno accompagnano le candidature. Ora non è più consentito siffatto costume di promesse, mentre la Regione perde posizioni sul piano dello sviluppo. La colpa è solo dei siciliani che non sanno bene usare l’arma del voto”.
Quali aspetti della conversione energetica potrebbero essere più utili alla Sicilia?
“La Sicilia ha tutte le potenzialità per disporre di risorse energetiche, tutto dipende dalla politica. Il clima favorisce la collocazione dei pannelli solari e il vento nelle parti montagnose può facilitare l’uso delle pale eoliche. Inoltre nella parte dell’ennese sussistono fonti di approvvigionamento di gas naturale. Oltre a queste risorse vi sono le condotte del gas algerino e libico. La Sicilia non ha purtroppo la grande realtà industriale del Nord e del Centro Italia, e questo fa sì che la nostra Regione sia meno vulnerabile. Tuttavia spetta ai governi nazionale e regionale avviare una adeguata conversione energetica quanto più utile per la Sicilia”.
Quanti anni ancora per rendere più agibile il viadotto Morandi?
“Il Ponte Morandi da oltre cinque anni è in cantiere. Come tutte le opere siciliane segnano il tempo. Eppure è una struttura di collegamento importante che unisce il nostro capoluogo con Villaseta, Porto Empedocle e la Sicilia occidentale. L’apertura di una sola corsia non assicura la circolazione in modo spedito e soprattutto sul piano della sicurezza. Occorre in vista della stagione estiva accelerare i lavori per dare agli automobilisti l’opportunità di transitare in sicurezza. Speriamo bene”.
Diamo atto dell’onestà intellettuale del sindaco Miccichè per avere informato la cittadinanza sui divieti di balneazione. Gli ex-sindaci Zambuto e Firetto firmavano i divieti che poi restavano sottotraccia e inascoltati. Possibile che da molti decenni non riusciamo a trovare una amministrazione che avvii a soluzione il problema dell’inquinamento e che potrebbe rassicurare la decantata “Costa del mito”?
“Da sempre i nostri fiumi sono responsabili dei divieti di balneazione. Storia antica e di malcostume che ogni anno costringe le amministrazioni comunali ad imporre cartelli di divieto di balneazione. Cosa occorre fare per eliminare il problema in modo definitivo? Bisogna seguire il corso dei fiumi e attraverso le analisi individuare le zone inquinate. Inoltre fare un attento censimento per individuare gli scarichi fognari abusivi. Un lavoro certosino per mettere una volta e per sempre fine all’inquinamento che porta al divieto di balneazione. Si tratta di interventi necessari per poter assicurare una corretta fruizione del nostro mare. Il sindaco Miccichè per onestà intellettuale ha pubblicizzato il divieto di balneazione a differenza dei suoi predecessori. Ma questo non basta, occorre intervenire a monte del problema, cointeressando gli altri sindaci dei comuni che sul loro territorio vi attraversano i fiumi che sboccano a mare”.