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Strade senza numeri civici e proteste senza cittadini

Diego Romeo conversa con Paolo Cilona nella “Sicilia Agrigentina”

Pubblicato 3 anni fa

Appare incredibile come molte strade della città e in particolare del villaggio Mosè siano prive di numero civico.

“Si sono tante le vie prive dei numeri civici. Un problema serio per chi è costretto ad individuare, uffici, abitazioni e  soggetti vari. Manca il riscontro tra gli indirizzi segnati e i numeri di riferimento. Occorre al riguardo che il personale comunale proceda ad individuare le strade prive dei numeri civici. È un problema serio che va subito rimosso”.

Ma siamo davvero sicuri che la città sempre pronta a salire sul carro dei vincitori, abbia i presupposti per diventare città della cultura?

“È stato sempre così. È nel loro dna. Da convinti borbonici a garibaldini. Il primo in assoluto è stato il marchese Contarini che da Borbone passò nelle grazie della monarchia Sabauda. E poi vi sono gli uomini del Ventennio. Padre Sclafani fece traghettare moltissimi dal partito popolare al partito fascista, non già per convinzione ideologica, quanto per cercare di ottenere protezione. Insomma quasi tutti i militanti del partito popolare passarono al partito nazionale fascista. Subito dopo la caduta di Mussolini in poche ore passarono dalla dittatura alla democrazia cristiana. E successivamente negli anni di mani pulite andarono in massa nelle file berlusconiane. Ed ora con la Meloni. La scelta degli agrigentini è stata sempre quella di salire sul carro dei vincitori per il proprio tornaconto. Nel cambio di casacca , a loro interessa trarre i benefici personali”.

Tutti si lamentano per il caro bollette ma ancora una volta alla manifestazione di protesta organizzata dalle associazioni di categoria c’erano più poliziotti che manifestanti.

“È storia vecchia. E qui vengono in mente le famose proteste per l’acqua che registravano quasi sempre poche presenze come a voler dimostrare l’estraneità verso il grave problema. Gli aumenti dei costi energetici avrebbe dovuto richiamare l’attenzione degli artigiani, degli albergatori, dei ristoratori, dei panificatori, degli industriali, dei cittadini comuni, dei professionisti. Non li abbiamo proprio visti. E così ancora una volta gli agrigentini preferiscono attendere l’operato degli altri Un modo per dire: non disturbare la quiete della città che gode di ottima salute”.

Questo nuovo governo avrà finalmente la capacità di eliminare il conflitto di interessi?

“Speriamo di si. All’uopo bisogna incalzare il governo della Meloni. Nessuna forza politica ha messo nel proprio programma lo specioso argomento, per cui sarà difficile coinvolgere il Parlamento. Ancora una volta vedremo le Aule parlamentari in assoluto silenzio. Tutto dipenderà dall’opposizione se vuole svolgere un preciso ruolo politico ed ideologico. È ora di mettere fuori gioco i gattopardiani della politica e di battere finalmente gli ostacoli”.

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