Un cornetto a colazione per i discepoli di Gellia
Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”
Il grido di allarme sulla espansione del Covid lanciato dall’Asp di Agrigento viene sottovalutato dalla comunità agrigentina, soprattutto in vista della stagione dei concerti cosiddetti “oceanici”.
“La gente purtroppo fa come la scimmietta, non vede, non ascolta e non parla. In poche parole la gente sottovaluta il pericolo e si lascia cullare dalla musica a tutto volume dei grandi eventi artistici e musicali. Non si rende conto del pericolo con grave nocumento per l’intera comunità. Occorre allora obbligare la gente ad indossare la mascherina nei luoghi pubblici ed in particolare in quelli destinati ai grandi eventi e raduni di ogni specie. E poi occorre rispettare il calendario per la vaccinazione. Solo così sarà possibile avviare una campagna anti-Covid”.
L’accoglienza dei turisti nei B&B agrigentini è adeguata? Notizie di cronaca lasciano presagire poco di buono.
“Non basta trasformare una casa di civile abitazione in B&B per diventare discepoli di Gellia. In poche parole occorre sempre affermare e specificare il prezzo del servizio ricettivo definitivo. Purtroppo è capitato ad una giovane coppia di Verona di pagare una cifra per il posteggio auto, un ulteriore costo per l’uso di un ombrellone in spiaggia, della tassa di soggiorno, ecc. ecc. Non era più corretto stabilire il prezzo all’atto della prenotazione? E poi la prassi disdicevole di chiedere in anticipo il pagamento del conto. Un’altra cattiva abitudine è quella di chiedere alla sera il tipo di colazione da servire al mattino. E così per risparmiare sembra che viene dato al mattino un solo cornetto a persona. L’ospitalità è sacra. Se una città vuole crescere, la prima cosa da fare è quella di offrire ai clienti una ampia e ricca colazione e non lesinare al solo cornetto. Ai tirchi gestori dico soltanto di cambiare lavoro per non uccidere il futuro turistico della città dei Templi”.
Siamo a trent’anni dalle stragi mafiose. Chiesa e società hanno piena consapevolezza del fenomeno?
“Oggi c’è maggiore consapevolezza. Nessuno più osa dire “la mafia non esiste”. Oggi il fenomeno è presente e bisogna combatterlo con le armi previste dal nostro ordinamento. Ci sono volute le stragi con la morte di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, di padre Puglisi per prendere coscienza e conoscenza della mafia. Inoltre va sottolineato il grande sacrificio da parte di tanti servitori dello Stato che hanno dato la vita per combattere la mafia. Magistrati, poliziotti, carabinieri, uomini dello Stato hanno perduto la vita per combattere la mala pianta. La società e la Chiesa hanno preso il bue per le corna con lo scopo di combattere apertamente la mafia. Certo a dare il segnale di lotta furono due esponenti della chiesa il cardinale Salvatore Pappalardo e il Papa Giovanni Paolo II con il suo storico intervento nella Valle dei Templi. Ma in tempi non sospetti a parlare di mafia e dei suoi tentacoli fu l’indimenticabile agrigentina Maria Alaimo. Certo ne è passata acqua sotto i ponti, ma credo che oggi la gente e i giovani sono più convinti che per abbatterla occorre il concorso di tutti”.
L’assessore Roberta Lala è andata incontro alle esigenze dei cani randagi per dissetarli ma notiamo ancora in città la mancanza di pattumiere per agevolare i proprietari dei cani a tenere pulita la strada. A San Leone invece è tutto il contrario.
“L’assessore Roberta Lala con grande sensibilità ha reso possibile assicurare l’acqua ai cani disponendo la collocazione di appositi contenitori in molti punti della città. Un gesto da apprezzare specie in queste giornate di caldo. Ora le dolenti note. Perché il Comune non provvede a collocare nelle vie i contenitori dove depositare ad esempio la carta o ancor di più le feci dei cani da parte dei padroni? Le lunghe arterie del centro abitato, tipo via Imera, sono prive di cestini “getta carta”. Credo che il messaggio sia chiaro, anche perché detti cestini sono in numero considerevole al viale della Vittoria e sul Lungomare Akragas”.