Agrigento

Agrigento: l’aria che tira? E’ quella del continente (catanese) ft

L’aria che tira è quella del continente ma del continente catanese che custodisce il reliquiario martogliano con somma devozione e  perizia. Basti pensare al “gennaio martogliano 2018” messo in scena da quel continente catanese attoriale e straordinario da cui è uscita questa nuova messinscena interpretata dal “monumento” Pippo Pattavina che ne ha fatto un libero […]

Pubblicato 5 anni fa

L’aria che
tira è quella del continente ma del continente catanese che custodisce il
reliquiario martogliano con somma devozione e  perizia.

Basti
pensare al “gennaio martogliano 2018” messo in scena da quel continente
catanese attoriale e straordinario da cui è uscita questa nuova messinscena
interpretata dal “monumento” Pippo Pattavina che ne ha fatto un libero
adattamento e portato in scena  l’altra
sera al “Teatro Pirandello” di Agrigento. 

Non solo, Pattavina fa aderire  “L’aria del continente” in maniera totale a se stesso come attore e come regista plasmando i suoi interpreti con una misura straordinaria: Claudia Bazzano, Santo Pennisi, Aldo Toscano, Cosimo Coltraro, Claudia Sangani, Luciano Fioretto, Anna Nicolosi, Federica Amore, Luca Micci, Antonio Marino, Giovannino Vasta. Le scene e i costumi sono di Riccardo Cappello e le musiche di Pippo Russo.

L’ordine
impartito dal regista è quello di non strafare anche se  il testo contiene  tutte le facce del brillante poliedro che è
l’anima popolare siciliana.  Quel che era
caratteristico e colorito, Pattavina qui lo porge col piglio del sofisma
pirandelliano e probabilmente Pirandello che stimava oltremisura  Nino Martoglio ne sarebbe entusiasta. Un
rispetto dovuto a quello che fu il vero fondatore del teatro siciliano come lo
stesso Pattavina fa rilevare nelle sue note di regia: ”Nell’odierna messinscena dell’opera di Martoglio non ho voluto
assolutamente fare una lettura critica del testo, né tanto meno procedere ad
una modernizzazione dello stesso per legarlo a fatti ed avvenimenti del mondo
moderno. Ogni opera rispecchia il tempo in cui essa nasce e cercare di
attualizzarla mi sembra una forzatura nei confronti del suo autore, il quale
resta sempre e comunque l’artefice principale del successo della sua creatura
.”

Parole di
grande umiltà profferite da una “colonna” del teatro catanese e italiano che
sceglie “L’aria del continente” certo, ricordandoci, per niente sottotraccia,
un “come eravamo” (“L’aria” è del  1910)
nel groviglio della vita italiana postrisorgimentale e della deludente realtà
dell’epoca giolittiana a confronto  con
l’attuale analfabetismo di ritorno dell’”Asilo globale” che non viene  oscurato dal contenuto satirico farsesco.
Nessun alibi quindi nel far emergere una condizione umana che rischia di
ripetersi attraverso le nuove emarginazioni, le inferiorità culturali, le
ingiustizie sociali che non vengono compensate da una certa genuina sanità morale.

Forse perché
– come scrive lo stesso Pattavina a conclusione della sua nota di regia -“ La Sicilia è una malattia dalla quale
Martoglio inconsciamente non è mai guarito e forse…mai nessuno di noi ne
guarisce”.

Ancora per
la cronaca, lo spettacolo del 2 e 3 marzo “L’operazione” non andrà in scena per
la sopravvenuta indisponibilità di uno dei protagonisti. In sostituzione,
sabato 16 marzo verrà rappresentato “Shakespeare
vs. Cervantes – La Volpe e il leone
” scritto e diretto da Stefano Reali con
Giuseppe Zeno, Ruben Rigillo e Mariano Rigillo.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *